La Cina senza Google. Una prospettiva che appare sempre più
concreta e che avrebbe numerose conseguenze.
Le mappe stradali gratuite, per esempio, potrebbero improvvisamente
sparire dai cellulari cinesi. I negozi di e-commerce si vedrebbero
privati di un prezioso canale di comunicazione pubblicitaria e
Top100.cn, un servizio di musica online che ha contribuito a
contenere la galoppante pirateria, rischia di scomparire.
Secondo alcuni analisti la prospettiva di un ritiro del gigante
internet sarebbe quindi negativa per il mercato del Dragone.
"Non sarebbe solo Google a perdere, sarebbero tutti a
perdere", afferma Edward Yu, presidente della società di
ricerche Analysys International di Pechino.
Senza contare che in questo modo si favorirebbe l’avanzata di
Baidu, il primo e più importante motore di ricerca cinese, che
aumenterebbe ulteriormente la sua quota di mercato e vedrebbe
venire meno un forte incentivo a migliorare e innovare. Resta da
capire se Pechino consentirebbe a Google di tenere in piedi altre
operazioni, come le società di pubblicità e un'azienda di
telefonia aperta recentemente.
Da ieri i media cinesi sono tornati a riferire di un imminente
abbandono del colosso di Mountain View, che avrebbe nuovamente
smesso di censurare i contenuti imposti dalle autorità locali. Un
portavoce della società, Scott Rubin, ha smentito questa
circostanza, senza però confermare se Google.cn si appresti a
chiudere o meno.
Senza dubbio resta un forte attrito tra le autorità locali e il
gruppo, dopo che ad inizio anno Google aveva apertamente sfidato le
misure censorie imposte da Pechino.