La generazione Y che fa gola alle aziende Ict

Il computer è entrato nell’80% delle famiglie. Ecco perchè le imprese hi-tech scommettono sui ragazzi

Pubblicato il 01 Lug 2009

Le famiglie italiane dove vive almeno un minorenne hanno nel 74,3%
dei casi un computer e nel 61% la connessione a Internet. Il 41% ha
la banda larga e praticamente tutte il telefono cellulare (99,6%).
Sono dati (Istat) che mostrano chiaramente come il futuro dello
sviluppo tecnologico in Italia (e non solo) sia in mano alla
cosiddetta generazione Y: i giovanissimi che non saprebbero nemmeno
immaginare un mondo senza telefonino, Internet, pc, mp3 e consolle
per videogiochi. I compiti scolastici si fanno sul computer, le
ricerche su Google e Wikipedia, gli amici si contattano via sms o
con l’Im, spessissimo si creano reti di conoscenze sui network
sociali come Facebook, senza dimenticare gli onnipresenti giochi,
sempre più online e multiplayer.
I dati Istat trovano conferma nell’ultimo rapporto di Telefono
Azzurro-Eurispes: il 90,5% dei ragazzi italiani tra i 7 e i 19 anni
usa Internet per la ricerca di informazioni di proprio interesse e
di materiale per lo studio (80%), per il download dal web di
musica, film, giochi o video (72,5%) e la fruizione di filmati su
YouTube (69%). Il 69,4% chatta, il 50% scambia posta elettronica e
il 51,9% legge blog. Internet viene usato dai ragazzi anche per
giocare con i videogames (38,9%) e per fare acquisti (21,7%).

“Tv, telefonino, consolle, lettore mp3 e Internet fanno parte
della dotazione hi-tech di base delle nuove generazioni che,
approfittando della semplicità di accesso e dei costi
relativamente contenuti che caratterizzano queste apparecchiature,
li hanno trasformati in porte di accesso sul mondo e strumenti
privilegiati nella fruizione del tempo libero”, si legge nello
studio. E mentre gli adulti si interrogano sulle potenzialità del
Web 2.0, la generazione Y vi è già entrata a pieno titolo:
secondo Save the Children e Cremit, il 51,8 % degli italiani dai 10
ai 16 anni utilizza quotidianamente servizi come messaggistica
istantanea, visualizzazione video e frequentazione di social
network, LiveSpace di Msn, NetLog, Myspace e Facebook in testa.

“I ragazzi di oggi sono a loro agio con devices tecnologici e
navigazione su Internet o cellulare. Per loro, instant messaging e
social media sono strumenti di comunicazione naturali, i moderni
strumenti di aggregazione”, nota Layla Pavone, presidente di Iab
Italia. “I giovani li usano in modo molto diverso dagli adulti.
Sull’Im aprono più finestre di dialogo contemporaneamente: se
per gli adulti la comunicazione è two-way, per i ragazzi è
multi-way. I giovani sono multitasking: usano allo stesso tempo
cellulare, Facebook, Internet, giochi e magari tv. Le aziende
devono muoversi in questa direzione: la sinergia dei diversi
devices, la loro integrazione, un vero ping pong della
comunicazione”.
Per le aziende la generazione Y rappresenta un bacino di
opportunità quanto mai ricco, ma attenzione: parlare a
“tweens” e “teens” richiede un linguaggio completamente
nuovo. “Le imprese devono imparare a dialogare da pari a pari con
i giovani per catturare la loro attenzione. Un buon sistema può
essere aprire focus group online gratuiti per capire quello che i
ragazzi pensano”, secondo la Pavone. I tradizionali messaggi
basati sulla “persuasione” non bastano più; quello che
interessa ai giovani è se un marchio propone qualcosa di utile e
interessante per giocare, studiare, navigare.

Full story nel numero 13 del Corriere delle Comunicazioni
in uscita il 6 luglio

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