Per Netflix niente sarà più come prima, da novembre in poi. Con l’entrata in scena dei servizi Disney e Apple la guerra dello streaming video entra nel vivo. Più scelta per i consumatori, certo. “Ma la competizione sarà dura. Saliranno alle stelle i prezzi di produzione di contenuti. I costi per la serie The Crown, 125 milioni di dollari, sembreranno un ottimo affare” dice il Ceo di Netflix Reed Hastings facendo il punto sullo scenario nel corso di un incontro con l’industria Tv in Uk.
Via alla maxi-competizione: le strategie
Ma di fronte al game changing Netflix non ha intenzione di cambiare strategia. L’obiettivo resta l’allargamento della platea – finora a quota 152 milioni di abbonamenti – puntando alla produzione di contenuti originali da consumarsi in “binge watching”.
Solo nel Regno Unito, Netflix ha speso complessivamente 500 milioni nell’ultimo anno e prevede di aumentare l’importo. A luglio la società ha annunciato la realizzazione di un centro di produzione presso gli Shepperton Studios, fuori Londra. La prima produzione sarà “The Old Guard”.
Streaming video, la mossa di Disney
Anche la Disney punta a giocare le sue carte sul Regno Unito dotato di un gran numero di stabilimenti cinematografici: firmato un contratto di locazione a lungo termine presso gli storici Pinewood Studios. La “casa del Topo” ha inoltre sparigliato le carte nel mercato degli abbonamento streaming. Il piano base costerà 6,99 dollari al mese, un vero e proprio guanto di sfida ai competitor e in particolare a Netflix che dovrà fare sempre più i conti con la sostenibilità del business a causa della mancanza di introiti pubblicitari, dovuta alla strategia dell’azienda di trasmettere i contenuti senza interruzioni. Una mossa che ha riscosso un indubbio gradimento da parte del pubblico ma che non fa bene ai conti dell’azienda.
Respinta al mittente, da parte di Hastings, l’accusa che Netflix e le altre piattaforme stiano monopolizzando il mercato Tv: “Niente affatto – ha detto il Ceo – Abbiamo conquistato finora solo il 5% delle ore di visione Tv: non siamo vicini al rischio concentrazione”.