La Rai comincia il 2009 con un passo deciso verso la
multicanalità: alla gestione che fra qualche tempo concluderà il
proprio mandato va dato, infatti, il merito di aver puntato
sull’innovazione dell’azienda in termini sia di sistemi
produttivi che di offerta multimediale. Una scelta che ha dato i
primi frutti in termini di proposta all’utente finale con il
lancio a febbraio dei nuovi portali Rai sul Web. Ma i progetti Rai
per le nuove piattaforme comprendono anche il rapporto con altri
aggregatori sia su rete aperta (Yalp, YouTube) che su rete chiusa
(Telecom e Fastweb) e la ricerca di nuove forme di business per
l’Iptv. Decisivo in questo percorso il contratto di servizio tra
Governo e Rai (2007), che ha indotto l’azienda ad investire sulla
divisione Rai.net che, oltre alla presenza di Rai sul web, è
responsabile dell’offerta (dall’elaborazione dei palinsesti
alla preparazione dei contenuti per la messa in onda) dei canali
tematici Rai offerti via Iptv sia in modalità Vod che
lineare.
Il nuovo portale www.rai.tv nasce con l’obiettivo di ottimizzare
la fruizione di video, in linea con i grandi broadcaster europei.
Sette canali tv in streaming (tutta l’offerta Fta più Rai
news24, Raisport più, Rai Storia, Rai Edu) altri 9 canali web, la
radio e oltre 500 programmi (fiction e intrattenimento) disponibili
in Vod dopo la messa in onda. Con le altre piattaforme aperte Rai
ha scelto la strada della collaborazione con l’obiettivo di
tutelare le proprietà intellettuali ed in definitiva il numero di
utenti ed i ricavi pubblicitari. Con Google è in essere un accordo
di revenue sharing per la vendita di advertising sui video proposti
nella pagina Rai di YouTube; su Yalp, in virtù di un accordo con
Telecom del 2007, sono fruibili in streaming 4 canali.
Stretta collaborazione con gli operatori Iptv. Rai On, presente
sulla tv di Fastweb, propone una serie di canali Vod mentre su
Fiction Live è possibile vedere alcune produzioni Rai in modalità
on demand o lineare, gestendo il contenuto come un dvd. Anche su
Alice Home TV è presente un mix di proposte lineari (Rai Fiction e
Junior) e On Demand.
Il vero freno per lo sviluppo su piattaforme fruibili via Tv (le
sofà Tv secondo l’accezione utilizzata dal Politecnico di
Milano) è rappresentato più che altro dalla scarsa penetrazione
delle offerte di Iptv in Italia. Nei Paesi europei più simili al
nostro in termini di struttura e dimensione del mercato (si pensi a
UK, Spagna, Francia) i broadcaster possono contare su uno sbocco di
milioni di utenti per i propri contenuti (sia via cavo che
Iptv).
Ma in Italia le sole piattaforme con diffusione di massa sono il
satellite e il digitale terrestre che però offrono modelli di
fruizione limitati rispetto alla rete. Gianluca Stazio, Marketing
and Sales Manager di Rainet, spiega che “un fronte interessante
nei prossimi anni sarà quello dell’Open Iptv; esistono già
progetti semi-operativi con l’obiettivo di capovolgere
l’attuale modello di business e di offerta dei Telco Operator,
che al momento risulta debole, e sfruttare le enormi sinergie su un
stb box aperto del Dtt, del Web e del cavo/Adsl. Ma sempre con
business model basato sull’advertising”.
La scelta non è quindi quella di sfidare gli operatori sul loro
terreno, ma di puntare alla qualità del prodotto con l’esigenza
di essere presenti su tutte le piattaforme necessarie per
intercettare contatti da vendere agli inserzionisti, come conferma
ancora Stazio: “Per un broadcaster come la Rai l’unico modello
vincente è quello ‘adv based’ (in aggiunta al canone
ovviamente). Se all’azienda verrà lasciata la possibilità di
costruire contenuti in grado di soddisfare gli obblighi del
contratto di servizio, ma altresì di attrarre investimenti
pubblicitari, gli accordi con i Telco Operator non saranno che di
natura tattica. La strategia vincente sarà invece quella di
presidiare (in tema di diritti e qualità del prodotto) contenuti
sia tematici che generalisti, ed offrirli sulle nuove piattaforme,
in primis Web e mobile in maniera gratuita e user friendly per
massimizzare il ritorno pubblicitario”.
Pur tra mille difficoltà la Rai sembra dunque che abbia imboccato
la strada del rinnovamento. Un percorso virtuoso che potrà
realizzarsi pienamente solo quando nel nostro Paese crescerà la
penetrazione della banda larga per offrire una sponda adeguata ai
broadcaster; spetta quindi al legislatore ed agli operatori di rete
la prossima mossa.