TELECOM ITALIA

La7, acquirenti stranieri in pole position

Dopo l’uscita di scena di Mediaset, in lizza fra gli altri ci sono Discovery Channel, Liberty Media, Rtl e News Corp. Secondo gli analisti l’emittente vale 200 milioni di euro

Pubblicato il 19 Set 2012

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Conto alla rovescia per presentare le offerte non vincolanti di acquisto de La7. Il 24 settembre scadono i termini e il 27 il Cda di Telecom Italia prenderà visione della lista dei pretendenti. Secondo gli analisti, il prezzo da pagare per l’emittente è di circa 200 milioni di euro. I conti della tv, che negli ultimi anni ha registrato perdite per centinaia di milioni di euro, hanno visto un ebit negativo nel primo semestre di 49 milioni di euro. Ma Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom Italia, ha detto che non intende svendere l’emittente. Delle 15 offerte arrivate una buona parte sono state scartate perché il prezzo non era congruo o perché mancava un piano industriale convincente.

Dopo l’uscita di scena di Mediaset e le polemiche del vice presidente Piersilvio Berlusconi, secondo cui se “La7 fosse un gioiellino non sarebbe in vendita”, la gara scalda i motori. E prende sempre più corpo l’ipotesi di un acquirente straniero. In lizza, dopo che anche il Gruppo l’Espresso si è chiamato fuori, rimarcando che la società guidata da Carlo de Benedetti “non ha in corso alcuna trattativa con Sky Italia” per l’acquisto di TI Media, resta una rosa ristretta di nomi.

Tra questi, la statunitense Discovery Channel, distribuito dalle pay tv di tutto il mondo e anche in Italia da Sky. C’è poi Liberty Media, che fa capo al magnate dell’editoria John Malone. Anche la News Corp di Rupert Murdoch è della partita: il magnate australiano potrebbe puntare sul digitale, per potenziare l’offerta del suo canale in chiaro Cielo, che da poco ha strappato alla concorrenza i diritti sugli highlights della Serie A. Determinati a competere anche i tedeschi del gruppo Rtl, controllato da Bertelsmann, che conta 47 canali televisivi e 29 stazioni radio in nove paesi europei.

In campo potrebbero scendere anche il fondo Clessidra, di Claudio Sposito, che trai suoi consulenti annovera Marco Bassetti, ex numero uno di Endemol, e il gruppo spagnolo Abertis, entrambi interessati ai multiplex di Timb (TI Media Broadcasting). Dopo il passo inidetro di Mediaset, dalla gara per l’acquisto delle frequenze digitali, secondo il Corriere della Sera, si sarebbe ritirata Ei Towers, la società delle torri che fa capo a Mediaset.

Infine, oltre al gruppo Cairo, che detiene il contratto pubblicitario de La7, in lizza come outsider ci sarebbe anche 3 Italia, l’operatore guidato da Vincenzo Novari controllato da Hutchison Whampoa.

Il valore di mercato di TI Media ha toccato quota 268 milioni di euro ieri, le offerte che saranno depositate agli advisor Mediobanca e Citi dovranno basarsi su un enterprise value di 220 milioni di euro. L’acquirente della quota del 77,7% in capo a Telecom Italia dovrà poi lanciare un’Opa sul rimanente.

Ipotesi dell’ultim’ora, avanzata dall’Ansa, sarebbe quella di un cavaliere bianco: “c’é chi vorrebbe scendesse in campo Diego Della Valle magari per riportare in auge antichi progetti come Telesogno”.

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