Troppe regole, complicate e costose: le emittenti pubbliche del
Vecchio continente, riunite nella European broadcasters union,
fanno pressione sull’esecutivo Ue perché semplifichi i sistemi
di gestione dei diritti d’autore sui contenuti online, in
particolare per quanto riguarda il live stream e il video on demand
su Internet.
Attualmente il copyright su questo tipo di trasmissioni è regolato
da 27 accordi separati (tanti quanti sono i Paesi della Ue), che
devono tenere conto dei diritti dei diversi player in gioco
(musicisti, registi, attori). Secondo un’emittente europea,
ottenere i diritti per riprodurre online l’intero materiale in
archivio richiederebbe il lavoro di 800 persone per tre anni.
“Il pubblico dell’Ue vuole che i nostri contenuti siano
disponibili anche sulle nuove piattaforme media, ma gli attuali
criteri per la gestione del copyright non prevedono norme adatte a
rendere il sistema di autorizzazioni online rapido e efficiente”,
afferma Ingrid Deltenre, direttore generale della European
broadcasters union (Ebu). “Questa situazione crea costi
amministrativi non necessari che vanno contro l’interesse dei
detentori del copyright, dei creatori di contenuti e dei
consumatori”.
L’associazione fa notare che la televisione via cavo può avere
accesso a audience di Paesi diversi con sistemi di licensing
collettivi obbligatori. L’Ebu chiede che tali licenze siano
estese ai contenuti digitali come le televisioni online.
La richiesta dei broadcaster di un sistema semplificato per
ottenere l'autorizzazione a riprodurre su Internet materiale
protetto da copyright fa parte di una più vasta iniziativa di
lobby che a Bruxelles diverse aziende stanno conducendo per essere
sicure che la spinta dell’Ue a portare la banda larga a tutti i
cittadini produca vantaggi anche al loro business. Nel settore
della musica, la Commissione europea sta già pensando di fondere
tutti i sistemi di autorizzazione alla riproduzione in un singolo
“negozio”: se così fosse, le varie società di collecting
nazionali, che gestiscono i diritti dei contenuti online, dovranno
integrare i loro sistemi.
L’ipotesi è osteggiata dalle società di collecting, ma
fortemente voluta dall’esecutivo Ue: all’inizio del suo turno
di presidenza la Spagna ha sottolineato che tra le sue priorità ci
sono la diffusione di Internet ultraveloce e la gestione dei
diritti digitali. La frammentazione delle regole sulla gestione dei
diritti d’autore, infatti, ostacola il pieno sviluppo del
commercio online nel nostro continente. Il tema sarà al centro del
prossimo incontro, a Madrid a maggio, dei 27 ministri delle
telecomunicazioni europei.