Loredana Gulino, l’avvocato d’autore

Il Direttore generale Lotta alla contraffazione dell’Ufficio italiano brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo economico, punta a fare leva sull’utilizzo delle nuove tecnologie per tutelare il copyright. “Presto nuove azioni a tutela della proprietà industriale”

Pubblicato il 03 Mag 2010

«Difesa a oltranza del made in Italy e del design italiano animano
la politica della mia Direzione, che coniuga la lotta alla
contraffazione con la gestione del sistema dei marchi e brevetti,
senza il quale è impossibile la difesa nazionale ed internazionale
del design e delle innovazioni italiane”: Loredana
Gulino
, avvocato, è direttore generale Lotta alla
contraffazione dell’Ufficio italiano brevetti e marchi del
ministero dello Sviluppo Economico.

Il tema è caldo ovunque. La difesa del copyright Usa è
uno dei capisaldi della politica annunciata da Obama.

Il presidente Usa ha sostenuto che l’innovazione e la creatività
sono il più grande valore del suo Paese. Parole forti su cui
l’Italia non può che concordare. Se ne discute in sede Acta, il
trattato multilaterale contro la contraffazione. Ma che senso può
avere un accordo punitivo su contraffazione e pirateria senza la
partecipazione dei Paesi in cui il fenomeno è più diffuso?
L’accordo riunisce un gruppo di primi della classe in materia di
proprietà intellettuale: con l’attuale membership negoziale
l’Italia non ha molto da guadagnare. Solo con la presenza delle
economie emergenti l’accordo avrebbe la necessaria portata.

Sì, ma intanto l’Europa litiga sulla linea
dura.

Il braccio di ferro tra Parlamento Ue e Commissione trae origine
dalla necessità di garantire la massima trasparenza ad un
negoziato sinora coperto da confidenzialità. Da un lato la
Commissione vorrebbe tutelarne la segretezza, dall’altro il
Parlamento, nella risoluzione del 10 marzo, invita il Commissario
de Gucht a rendere pubblici i draft negoziali. Si tratta di un
difficile equilibrio che trova riscontro anche in alcuni aspetti
controversi dell’Accordo: tutelare le libertà democratiche delle
comunicazioni via Internet o porvi severi limiti per arginare i
fenomeni di pirateria? Laddove si decida per linea dura su
Internet, l’unica risposta deve essere globale.

Intanto, cosa può fare l’Italia?
Qualunque strategia può rivelarsi efficace e incisiva solo col
sostegno e la collaborazione dei cittadini e delle imprese, che
devono essere coinvolti nell’ambito di campagne di informazione e
di divulgazione ed essere i destinatari di qualunque azione. Ciò
si traduce nel sostegno all’innovazione e alla capacità
competitiva delle imprese italiane sul mercato interno e
internazionale per consentire loro di disporre, in modo semplice e
accessibile, di tutti gli strumenti più efficaci per tutelarsi dal
fenomeno della contraffazione. Parallelamente, è fondamentale
procedere nella messa in campo di attività di sensibilizzazione
dei cittadini, per educare ad una cultura del consumo più
consapevole ed assumere un ruolo più attivo nella lotta alla
contraffazione. Dovremmo rivolgerci soprattutto ai giovani per
trasmettere il valore del rispetto delle idee e stimolare la loro
creatività.

Possono aiutare le nuove tecnologie?
Certamente. L’innovazione rappresenta la base di molte delle
strategie della mia Direzione. Il ricorso alle nuove tecnologie si
rivela più che mai centrale nel contrasto alla contraffazione. Un
ulteriore passo in avanti per l’innovazione e il sostegno alle
Pmi è rappresentato dal Fondo Nazionale Innovazione che ha
l’obiettivo di sostenere i progetti innovativi basati
sull’utilizzo economico dei titoli della proprietà industriale.
Il Fondo mette a disposizione ben 60 milioni di euro. Gli
interventi sono attuati attraverso la compartecipazione delle
risorse pubbliche in operazioni finanziarie progettate,
co-finanziate e gestite da banche ed intermediari, espressamente
finalizzate al sostegno di progetti innovativi collegati a titoli
della proprietà industriale.

Quali sono le priorità da affrontare nella difesa della
proprietà  intellettuale?

Creare un sistema di proprietà industriale che rappresenti davvero
il volano dell’economia, in cui tutti gli attori – imprese,
centri pubblici di ricerca, banche, consumatori, cittadini –
riconoscano la spinta competitiva offerta dai diritti di proprietà
industriale. La nostra attività apre un dialogo con cittadini e
imprese mettendo a disposizione strumenti pratici di tutela, come
banche dati e depositi telematici, fornendo consulenza, assistenza,
formazione. In questo senso va la recente approvazione definitiva
del Regolamento che dà attuazione al Codice della Proprietà
Industriale.

Quali vantaggi darà?
Garantisce maggiore tutela e semplifica le procedure
nell’interesse delle imprese. Come ha sottolineato il ministro
dello Sviluppo Economico Scajola, il riassetto sistematico delle
disposizioni in materia di proprietà industriale realizzata dal
Codice della Proprietà Industriale è orientato non solo al
potenziamento della competitività del Sistema Italia, per il quale
assume una valenza strategica per meglio sostenere la concorrenza
internazionale, ma anche alla semplificazione di tutte le procedure
riguardanti i titoli della proprietà industriale. È attraverso la
predisposizione di strumenti più immediati per adempiere alle
pratiche amministrative che è possibile incentivare il contrasto
del fenomeno della contraffazione, a tutela dei cittadini
consumatori.

Internet può aiutare a difendere il made in Italy o è una
minaccia?

La Rete costituisce una risorsa preziosa per le nostre imprese.
Offre anche alle Pmi l’opportunità di accedere a quote di
mercato che in passato erano loro precluse proprio per la ridotta
dimensione aziendale. Flessibilità, velocità di transazione ed
espandibilità del volume di affari sono elementi irrinunciabili
che trovano nell’e-commerce la giusta coniugazione. Tuttavia,
Internet rappresenta uno strumento di espansione del mercato legale
ma anche di quello parallelo ed illecito, che beneficia delle
medesime opportunità legate alla flessibilità e velocità di
transazione, in aggiunta agli ampi margini di libertà offerti
dalla Rete.

Non sarà facile regolare la materia.
La difficoltà di regolamentare il settore delle comunicazioni non
deve diventare un alibi per chi è preposto alla tutela di
interessi pubblici, tra cui certamente spicca quello dello sviluppo
economico del Paese. In tal senso, la mia Direzione generale ha da
tempo avviato un Tavolo di lavoro permanente per il monitoraggio
delle implicazioni derivanti dalle transazioni commerciali on line.
Esso riunisce attori istituzionali e rappresentanti del mondo
imprenditoriale. In analogia a quanto sta avvenendo anche in altri
Paese europei, è in corso di perfezionamento l’elaborazione di
un nuovo pacchetto di azioni volte ad offrire maggiori strumenti di
tutela all’interno del web ai titolari di diritti di proprietà
industriale. Ogni iniziativa dovrà essere attentamente ponderata e
confrontata con tutti i portatori di interesse, ferma restando la
responsabilità istituzionale di tutela della competitività e
dell’innovazione delle nostre imprese.

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