Gli operatori del mercato televisivo di tutto il mondo si danno
appuntamento per cinque giorni a Cannes per il Mipcom, il mercato
internazionale della televisione, “il luogo dove si vendono
serie televisive vecchie e nuove, dove si firmano contratti e si
immaginano nuovi prodotti, dove i format si propagano in tutto il
mondo”, scrive Ernesto Assante su Affari e finanza, supplemento
del lunedì di Repubblica. Affluenza ridotta a causa della crisi?
Niente affatto: il mercato, nota Assante, “è ancora
vivacissimo per i quattromila ‘buyers’ che saranno in Francia
per contendersi i diritti delle trasmissioni di punta della
prossima stagione”. Ma almeno la recessione globale eviterà di
spingere troppo in alto i prezzi, “anche quelli dei sei ‘pesi
massimi’ della produzione televisiva americana, Warner, Disney,
Fox, Cbs, Universal e Sony, che insieme lo scorso anno hanno
raccolto più di otto miliardi di dollari vendendo i loro
prodotti alle televisioni al di fuori dei confini
americani”.
Soldi ne girano meno tra i broadcaster tradizionali (i principali
acquirenti dei prodotti tv americani), nota Assante, ma gli
operatori non sembrano molto preoccupati: “L’intrattenimento
casalingo è un genere di consumo in tempo di crisi”,
sottolinea Michael Eisner, ex Ceo della Disney e ora produttore
indipendente per web e tv. “Il business ha retto nonostante il
crollo della pubblicità in tutto il mondo”, aggiunge il
presidente della Cbs studios international tv, Armando Nunez.
“I prezzi soffrono ma i programmi top hanno ancora dei
‘licence fee’ molto forti”.
Anche i produttori europei sono in prima fila al Mipcom, a
partire da Endemol, “che annuncerà a Cannes la nascita di
Endemol worldwide distribution, passo deciso della società di
produzione olandese nella distribuzione internazionale”, nota
Assante. Non mancano gli italiani Raitrade e Mediaset e quelli di
Sky, sia per vendere che per acquistare nuovi prodotti. “Nel
2008 il mercato televisivo in Europa è cresciuto
complessivamente dello 0,9% rispetto al +4,7% nel 2007,
raggiungendo un valore di 89 miliardi di euro”, riporta
Assante. “Le risorse pubblicitarie hanno raggiunto 35,9
miliardi , facendo registrare per la prima volta un calo dopo due
decenni di crescita, con una diminuzione del 4,3%. Tutti
scommettono sulle novità tecnologiche, sull’allargamento del
mercato del satellite e soprattutto sullo ‘switch’ in corso
verso la tv digitale, che in Europa è arrivata quasi in due
terzi delle abitazioni, oltre 100 milioni di case, 18,6 milioni
in più in un solo anno”.
Sono moltissimi i nuovi player che approdano sul nuovo mercato
televisivo digitale e molte offerte del Mipcom si rivolgeranno
proprio a loro. Ma a Cannes le proposte non arriveranno solo dai
tradizionali operatori tv americani e europei: esiste “una
foltissima rappresentanza asiatica” che ormai non vuole più
solo comprare ma anche vendere, offrendo al pubblico europeo
“quell’ ‘asian touch’ che potrebbe fare la differenza
nella programmazione del prossimo anno televisivo”.