News di Google a pagamento? Sì, se sono tratte dai giornali
americani. E’ una delle tante concessioni che il motore di
ricerca numero uno al mondo sta facendo all’industria
dell’editoria tradizionale, come scrive Giancarlo Radice del
Corriere della Sera. Da una parte l’azienda di Mountain View, su
richiesta dell’Associazione americana degli editori (Naa), sta
studiando un sistema di micropagamenti pensato per i siti di
informazione Usa, una piattaforma che dovrebbe essere pronta già
il prossimo anno e garantire introiti dalla pubblicazione di news
su web. Dall’altro, “Google ha annunciato di essere disposta a
dare accesso (con diritto di vendita) alla sua biblioteca di libri
digitali ai concorrenti che distribuiscono online, da Amazon a
Microsoft fino a Yahoo”, scrive Radice.
L’annuncio è arrivato ieri sera, a una settimana dal
“pronunciamento” del Dipartimento di Giustizia Usa sulla
legittimità o meno degli accordi raggiunti fra la società di
Mountain View e le associazioni di autori e editori americani per
arricchire ulteriormente il patrimonio di Google Books, la grande
biblioteca digitale di Google. “In base a quell’intesa, Google
può digitalizzare altri milioni di libri (in parte coperti da
copyright, in parte no) da aggiungere ai 10 milioni già
scansionati dal 2004 a oggi con l’obiettivo di distribuirli poi
agli utenti in formato elettronico”, spiega Radice. Nutrito il
fronte del no, sia negli Usa che in Europa, che “teme che Google
conquisti il monopolio mondiale dei libri in formato elettronico e
sia dunque in grado di imporre al mercato i prezzi a cui questi
testi possono essere venduti”. Per questo negli ultimi giorni
Google ha assicurato una serie di concessioni a autori e editori
sia in America che nel Vecchio Continente.