Google scende nell'arena della musica in diretta competizione
con l'iTunes di Apple. Il servizio (Google Music, per ora
disponibile solo negli Usa) parte con l'offerta di oltre 13
milioni di tracce frutto di accordi sia con le major del disco
(Vivendi-Universal, Sony e Emi, in corso accordi anche con Warner)
sia con oltre mille etichette indipendenti (tra le altre Merge
Records, Warp, Matador, XL Recordings).
Gli utenti possono acquistare (in media un dollaro a canzone, come
su iTunes) brani e album sia attraverso il computer sia attraverso
qualunque terminale che giri su sistema operativo Android (dalla
versione 2.2 in poi). La società californiana ha annunciato di
poter contare già su 200 milioni di terminali "Android"
nel mondo e che ogni giorno se ne aggiungono altri 550mila. Una
volta acquistate, le tracce vengono aggiunte al magazzino su cloud
"Music Library" (la capienza è di almeno 20 milioni)
grazie al quale tutti gli apparecchi, siano essi smartphone, pc o
tablet, vengono sincronizzati automaticamente senza bisogno di
cavi. Naturalmente i brani possono essere ascoltati anche offline
(ma serve un "clic" in più rispetto a iTunes).
Due i punti di forza rispetto al servizio di Apple. Il primo: ogni
brano acquistato può essere condiviso su Google+. Gli
"amici" possono ascoltarlo tutto, gratuitamente, una
volta (per poi, magari, comprarlo a loro volta). Il secondo: i
musicisti indipendenti possono aprire un proprio
"negozio" all'interno di Google Music e vendere
canzoni direttamente ai propri fan stabilendo il prezzo: potranno
contare sul 70% degli incassi.
Sarà abbastanza per battere iTunes e Amazon? "Certo non su
breve o medio termine" dicono a Gartner.