Netflix sbarca in Francia. Il servizio sarà attivo in collaborazione con Bouygues, terzo operatore di telecomunicazioni francese, che offrirà il video streaming on demand della società americana sui suoi decoder. Come riporta il Wall Street Journal, gli operatori francesi hanno fatto resistenza all’arrivo di Netflix che già tre anni fa aveva provato senza successo a sbarcare nel Paese d’Oltralpe. Bouygues Telecom ha fatto sapere che consentirà ai propri clienti attuali e futuri di usufruire dei servizi di Netflix a partire da novembre. L’accordo con Bouygues potrà spianare la strada ad accordi simili con altri operatori francesi: Orange ha fatto sapere di non essere del tutto contraria a qualche tipo di accordo con Netflix in futuro. Diverso l’approccio di Numericable Group, che si fonderà con Sfr e che ha fatto sapere che lancera’ un servizio concorrente a quello di Netflix.
Ma lo sbarco nel Paese non sarà tutto rose e fiori. Secondo uno studio dell’università ParisTech con l’arrivo del servizio la Francia deve cambiare mentalità e rivedere le attuali modalità di finanziamento di cinema e fiction televisive. Secondo questa indagine il colosso statunitense della web tv metterà a serio rischio i finanziamenti attualmente ricevuti da cinema e serie televisive francesi: i primi caleranno fino al 22% entro il 2017, i secondi addirittura del 24%.
Il documento ricorda i problemi esistenti già da diversi anni nel settore delle produzioni televisive – calo strutturale dei ricavi pubblicitari e dei ricavi da abbonamenti (Canal + in testa) – ma sottolinea che l’arrivo di Netflix non farà che accrescere la pressione. E soprattutto afferma: “Davanti alla distribuzione di Tnt, il digitale terrestre francese, l’emersione di nuovi servizi o l’internazionalizzazione della distribuzione audiovisiva, il mercato televisivo cessa di essere protetto”.
A porre seri ostacoli allo sviluppo di questo mercato, secondo lo studio, è il quadro regolamentare che “non garantendo l’accesso ai diritti di proprietà delle opere, concorre a concentrare l’attività delle catene televisive sulla massimizzazione del loro pubblico nazionale, proprio quello che è entrato in una fase di recessione duratura”.
Di conseguenza, secondo il rapporto, entrerà presto in crisi il sistema di regolamentazione che in Francia disciplina i finanziamenti al cinema sin dagli anni Cinquanta e quelli alle fiction televisive dagli anni Ottanta.
Quindi, dice lo studio, per rispondere a queste nuove sfide il sistema di finanziamenti a questi settori “dovrà cambiare radicalmente e andare maggiormente verso il mercato”. In particolare questo significherà “sviluppo delle esportazioni, sulle quali cinema e tv francesi non hanno mai fatto sufficiente affidamento” e “integrazione verticale, ovvero la possibilità per gli operatori radio-televisivi di prendere parte alla coproduzione delle opere che trasmettono, per arrivare a una logica di catalogo”. In sostanza il rapporto sollecita la nascita di attori in grado di prendersi dei rischi.
“Il paradosso del sistema attuale – si legge nel report – è che, in ragione della disintegrazione verticale voluta dai decreti Tasca (fissano, in funzione delle loro entrate, il livello di investimento delle reti nella produzione delle opere francesi ed europee), il finanziamento, così come è attualmente regolamentato, non sollecita a valorizzare i diritti di sfruttamento di un’opera di proprietà delle tv francesi. E quindi orienta la fiction audiovisiva verso produzioni poco esportabili, proprio mentre le catene tv aumentano la propria dipendenza dalle importazioni”.