Niente Cielo fino al 2010. Romani: vadano sul satellite

Il viceministro alle Comunicazioni: per l’esame delle autorizzazioni il ministero è tenuto al rilascio dell’abilitazione entro 60 giorni

Pubblicato il 01 Dic 2009

Dovrà aspettare fino al primo gennaio (ma forse non basterà) il
canale in digitale terrestre di News Corp, Cielo, in attesa di ok
da parte del ministero delle Comunicazioni.

In una nota il vice ministro allo Sviluppo economico con delega
alle Comunicazioni, Paolo Romani, dice che la richiesta di Sky è
stata presentata lo scorso 2 novembre e che "per l'esame
completo delle autorizzazioni il ministero è tenuto al rilascio
del prescritto titolo abilitativo entro il termine di 60 giorni,
peraltro estensibile di ulteriori 30 in caso di necessità
istruttorie, coincidente quindi nella fattispecie con la data del
primo gennaio 2010".

Rientra sempre all’interno dell'istruttoria in corso la
lettera inviata (il 12 novembre) dal ministero delle Comunicazioni
alla Commissione Ue alla concorrenza per chiedere chiarimenti
sull'ammissibilità della richiesta di News Corp e sulla
legittimità alla diffusione del canale su digitale terrestre alla
luce dei vincoli enunciati dalla Commissione Ue nel 2003.

Non basta. Il ministro tiene a precisare "che il comunicato
apparso in video in data odierna al n. 129 del bouquet satellitare
di Sky contiene una serie di errori formali e sostanziali su una
vicenda avente valenza esclusivamente amministrativa, gestita con
assoluta correttezza e trasparenza dal Ministero. In detto
comunicato, riservato, è bene sottolineare, esclusivamente
all'utenza atta alla ricezione del segnale televisivo via
satellite, viene esplicitamente detto che il canale 'Cielo'
non può trasmettere perché privo dall'autorizzazione da parte
del ministero. L'affermazione è palesemente non veritiera in
quanto il canale in questione, per espressa ammissione della stessa
società Sky, è regolarmente munito della prescritta
autorizzazione per la trasmissione televisiva via satellite, del
cui rilascio è peraltro competente l'Autorità per le garanzie
nelle comunicazioni e non il Ministero. Ciò significa che qualora
l'operatore Sky avesse realmente l'intenzione di
trasmettere il canale in questione, i suoi utenti potrebbero fruire
tranquillamente e in qualsiasi momento della sua visione”.

Contro Cielo anche l'associazione delle tv locali Frt che
contesta il numero 10 del telecomando per la nuova tv: "Del
tutto evidente – dicono – che una emittente appena nata non può
avere una numerazione più favorevole di quelle che da anni
trasmettono in analogico". Per questo l'associazione
presenterà un esposto all'Agcom.

"Eravamo convinti che il processo di autorizzazione per
trasmettere sul Digitale Terrestre sarebbe stato finalizzato in
breve tempo, anche considerando il fatto che l'Agcom ci ha già
inviato l'autorizzazione a trasmettere il canale via satellite
aveva dichiarato ieri sera Gary Davey, channel manager di Cielo,
commentando lo stop al debutto del nuovo canale, previsto per
quest'oggi -. Questo perché siamo in regola dal punto di vista
legale, abbiamo inviato al ministero tutti i documenti necessari e
sulla base di quelli che sono gli standard di mercato. Avevamo
anche pensato che l'arrivo di un nuovo canale gratuito che
impreziosisce l'offerta in chiaro sul digitale terrestre, in
questo momento in cui milioni di Italiani sono obbligati a comprare
nuovi decoder per via dello switch-off, sarebbe stato gestito dagli
uffici governativi con quella velocità, quell'efficienza e
anche quei sorrisi che ha promesso in questi giorni il ministro
Brunetta".

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