Via libera del consiglio di amministrazione Rai alle nomine proposte dal dg Antonio Campo Dall’Orto. Secondo quanto si apprende, solo i due consiglieri indicati dal centrodestra, Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca, hanno espresso parere contrario.
Secondo la nuova legge per bloccare le nomine sarebbero stati necessari sette voti contrari. Durante i lavori del Cda la posizione più discussa avrebbe riguardato Daria Bignardi, prima d’ora mai al vertice di una rete tv, pubblica o commerciale e che rischierebbe, ha detto Diaconale, “di dare un taglio radical chic alla terza rete”. Dal cda le voci favorevoli di Franco Siddi (“Con queste nomine si scommette sulla novità e sulla professionalità”) e di Carlo Freccero (“Rispetto ad altre nomine, mi pare che stavolta abbia vinto l’aspetto professionale e tecnico”).
Vengono dunque confermati, oltre alla Bignardi a Rai3, il nuovo direttore di Rai1 Andrea Fabiano, di Rai2 Ilaria Dallatana, , di Rai4 Angelo Teodoli e di RaiSport Gabriele Romagnoli.
“Oggi è una giornata particolare che arriva dentro un percorso coerente che ha come centro il rapporto fra la Rai e i cittadini che pagano il canone ed al quale dobbiamo dare un servizio” ha detto il dg Antonio Campo Dall’Orto. Con le nomine è stata fatta un’operazione di “rinnovamento tramite le competenze. La mia riflessione è stata riguardo a chi poteva portare avanti questo progetto. E sono contento di aver trovato persone che hanno aderito a quest’idea di sistema armonico. Ogni rete deve avere una missione chiara per fare in modo che la somma dei pezzi dia a chi sta a casa un valore maggiore”.
La nuova legge “ha dato più potere ma anche più responsabilità all’amministratore – ha detto ieri il direttore generale in audizione alla Commissione di vigilanza -. Per questo mi sono assunto la responsabilità di proporre ai consiglieri queste nomine basate sul principio del pluralismo culturale. E questa la vera cesura rispetto alla politica. Abbiamo agito in modo tale che il rinnovamento sia basato sulle competenze”.
Dopo la protesta di ieri del sindacato, Usigrai (“Uno schiaffo ai dipendenti Rai. Una sonora sfiducia e delegittimazione nei loro confronti”), oggi è l’Adrai, l’associazione dei dirigenti di viale Mazzini, a scagliarsi contro nomine “esterne” all’azienda. “In questa giornata che apre una nuova pagina della storia aziendale”, l’Adrai “non può fare a meno di sottolineare la sorpresa di vedere tra i nomi che disegneranno il nuovo futuro editoriale delle tre reti generaliste un solo dirigente interno”.
Secondo quanto trapela da Viale Mazzini i nomi scelti dal direttore generale sono stati selezionati su quattro criteri: competenza, esperienza, merito e autonomia dai partiti, in un processo dirinnovamento che ha focalizzato l’attenzione, tra le altre cose, sulla valorizzazione delle risorse interne. Oltre a quello del direttore più giovane di Rai1, con questo giro di nomine è stato infranto un altro record: la direzione di rete affidata a una donna (due nello specifico, con Dellatana e Bignardi).