“Sono preoccupato che la direzione delle news sia la blogosfera:
opinioni senza controllo sui dati, senza collocare le storie in un
contesto, con persone che urlano una contro l’altra, prive di
comprensione reciproca. Il buon giornalismo è essenziale alla
salute della nostra democrazia e non condivido le nuove crescenti
tendenze”: queste in sintesi le dichiarazioni rilasciate dal
Presidente americano Barack Obama, intervistato da due giornali Usa
(“Pittsburgh Post-Gazette” e “The Blade”) alla vigilia del
summit G20 che si terrà a partire da giovedì in Pennsylvania.
A riferirlo è il corrispondente da New York de La Stampa, Maurizio
Molinari. Obama si è detto un “appassionato” della carta
stampata e proprio per aiutare i giornali, in crisi per il calo di
vendite e pubblicità, il Presidente ha intenzione di “dedicare
tempo e iniziative”, scrive Molinari, “per "affrontare la
sfida" di consentire ai quotidiani tradizionali di continuare
a offrire "integrità giornalistica, cronache basate sui fatti
e indagini svolte con serietà" occupandosi del nodo di
"chi paga per avere tutto questo".
Per quanto riguarda il web, invece, la sfida più importante –
secondo il presidente – "è il rispetto dell’etica da
parte dei nuovi media “. Dati alla mano, negli Usa sono 20
milioni i blogger, mentre negli ultimi due anni i giornali cartacei
hanno perso quasi un quarto degli introiti pubblicitari e un
giornalista su cinque è stato licenziato. Colpito dalla decisione
di due testate americane, il “Rocky Mountain News” e il
“Seattle-Post”, di cessare la pubblicazione su carta passando a
quella esclusivamente online, Obama ha promesso di “guardare a
fondo” i testi delle proposte di legge presentate al Congresso,
“che ipotizzano l’elargizione di aiuti pubblici ai gruppi
editoriali più colpiti dalla crisi, sul modello di quanto fatto
dal governo in soccorso delle banche”.
Obama si riferisce al “Newspaper revitalization act” redatto
dal Senatore Democratico Ben Cardin, che suggerisce di assegnare ai
giornali in difficoltà agevolazioni fiscali. E anche se il
portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, si è affrettato a
precisare che il governo non sa ancora come possa intervenire in
materia, “il passo compiuto da Obama lascia intendere che ha già
assegnato ai propri consiglieri il compito di verificare quali
siano le opzioni disponibili per scongiurare il possibile crack dei
maggiori quotidiani”, scrive Molinari.
“Sul fronte del web il presidente è invece più esplicito nel
far capire che vuole intervenire”, perché i blogger spesso
pubblicano notizie senza le necessarie “verifiche” o
“fact-checking”. Il duro commento del Presidente nasce in
reazione a quanto sta avvenendo sui blog americani, dove si discute
della riforma della sanità voluta da Obama e si lanciano accuse
che la Casa Bianca ritiene “non aderenti alla realtà”, come la
volontà di celare dentro la nuova legge, spiega Molinari,
“cavilli per consentire il finanziamento pubblico degli aborti o
l’assegnazione di polizze sanitarie pubbliche agli immigrati
illegali”.