Gli Stati Uniti finanzieranno con 19 milioni di dollari una nuova
tecnologia che penetra attraverso i sistemi di filtraggio e censura
di Internet applicati da alcuni alcuni Paesi stranieri, secondo
quanto reso noto dal Dipartimento di Stato. Si tratta di uno
stanziamento, che ora attende l'approvazione del Congresso, per
evadere i controlli sulla Rete in Cina, Iran e altri Paesi dove
vige un regime autoritario che blocca l’accesso online a
materiale politicamente sensibile.
Michael Posner, assistente del Segretario di Stato responsabile per
i diritti umani, ha reso noto che i fondi serviranno ad acquisire
tecnologie all’avanguardia che funzionano come una
"fionda”, individuando i contenuti che alcuni Paesi
censurano e rimandandoli verso di loro. “Rispondiamo alla censura
con nuovi strumenti”, afferma Posner. “E' come
l’inseguimento tra il gatto e il topo. Dobbiamo stare sempre un
passo avanti al gatto”.
L’annuncio arriva a pochi giorni di distanza dalla chiusura
dell’incontro tra il Segretario di Stato americano Hillary
Clinton e la controparte cinese, che ha toccato diversi temi ma ha
lasciato Washington delusa per l’intensificarsi della repressione
di Pechino sul dissenso interno. Il governo cinese blocca di prassi
i siti che presentano punti di vista non ufficiali su temi
sensibili come il Tibet e il Dalai Lama, il movimento spirituale
del Falungong, vietato, e la repressione del 1989 a piazza
Tienanmen.
Più di recente, le autorità cinesi hanno bloccato i
risultati della ricerca online su Hillary Clinton perché il
Segretario di Stato americano aveva tenuto un discorso a favore
della libertà su Internet, alludendo alle rivolte a favore della
democrazia nel mondo arabo (che molto hanno spaventato
Pechino).
"In pratica, quello che faremo sarà re-indirizzare le
informazioni verso i governi che le hanno bloccate”, spiega
Posner.
"Ciò si ottiene spedendole tramite email o
postandole su blog, feed Rss o siti che i governi repressivi non
sanno bloccare”. I finanziamenti saranno recuperati dai 30
milioni di dollari che il Congresso americano ha messo a
disposizione in quest’anno fiscale per la libertà su
Internet.
Clothilde Le Coz, direttore a Washington di Giornalisti senza
frontiere (Reporters without borders), ha commentato con
soddisfazione la notizia, ricordando che in Cina 77 persone sono in
carcere per la loro attività su Internet. Tuttavia, aggiunge Le
Coz, questi strumenti per aggirare la censura di Paesi come la Cina
rappresentano solo un “rimedio di emergenza”, mentre
bisognerebbe occuparsi della questione a monte: assicurare in tutto
il mondo la libertà di espressione.
La Casa Bianca si appresta inoltre a presentare un proposta per
migliorare la cybersicurezza e tutelare l'economia, che è il
risultato di due anni e mezzo di lavoro. “Con l'introduzione
di una proposta legislativa per la cybersicurezza, stiamo
dimostrando l'impegno del presidente Barack Obama ad affrontare
e gestire delle debolezze complesse e sistemiche che mettono gli
americani e l'economia a rischio” osserva un rappresentante
dell'amministrazione. “La proposta – ha detto -rappresenta il
giusto equilibrio fra rafforzare la sicurezza, tutelare la privacy
e le libertà civili e sostenere la crescita”.
L'amministrazione Obama chiederà al Congresso di approvare la
proposta per rafforzare la cyber-sicurezza quest'anno. “Il
paese non può difendersi da queste minacce a meno che alcune norme
della legge attuale sulla cybersicurezza non siano aggiornate”,
mettono ancora in evidenza dall'amministrazione Obama. Gli
attacchi hacker sono costati alle aziende americane una media di
7,2 milioni di dollari per incidente lo scorso anno. I senatori
democratici hanno introdotto in febbraio nuove norme dopo
l'attacco hacker al nasdaq e a cinque compagnie petrolifere. Le
autorità americane hanno smantellato in aprile una rete che ha
usato software per il computer per prendere il controllo di oltre 2
milioni di pc nel mondo rubando circa 100 milioni di dollari.