Scade domani l’accordo che lega l’Icann, l’ente no-profit che
assegna gli indirizzi IP e gestisce il sistema dei nomi dei domini,
e il dipartimento del Commercio (DoC) americano. Proprio in vista
di questa importante scadenza nei mesi scorsi l’Unione europea,
per bocca del commissario alla Società dell’Informazione,
Viviane Reding, aveva chiesto esplicitamente una riforma del
sistema della governance di Internet proponendo un G12 per una
gestione globale della Rete. “Un gruppo informale rappresentativo
dei maggiori governi europei che si incontri due volte l'anno
allo scopo di fare raccomandazioni all'Icann qualora lo
ritenesse necessario”, aveva chiarito la Reding in un
videomessaggio caricato sul suo blog lo scorso maggio. Il gruppo,
geograficamente bilanciato dovrebbe essere formato da due
rappresentanti dal Nord America, Europa e Africa e tre
rappresentanti dall'Asia e dall'Australia.
La proposta della Ue, inoltre, prevede una piena privatizzazione di
Icann. "A lungo termine, non è difendibile che il governo di
un solo paese abbia la supervisione di una funzione internet che
viene usata da migliaia di persone nei paesi di tutto il
mondo", aveva aggiunto la Reding.
A gennaio lo stesso Icann aveva inviato al DoC un documento in
cui si sosteneva che l’ente fosse ormai abbastanza maturo per
liberarsi del controllo governativo. “L’indipendenza
dell’ente garantirà stabilità e sicurezza a un modello che
funziona – sottolineava il testo – e fornirà a tutti i
partecipanti la sicurezza che l’investimento di tempo,
intelligenza ed energia fatto in questi anni ha creato un ente
sempre controllato da tutti e non da una sola qualsiasi
entità”.
Stando a quanto riportato dalla stampa Usa l'amministrazione
Obama sarebbe intenzionata a non prolungare l'accordo, aprendo
di fatto una nuova era della governance della Rete.