Per oltre 40 minuti ieri mattina il presidente degli Stati uniti ha
replicato ai quesiti inviati attraverso YouTube dai comuni
cittadini, confermando l’attenzione strategica che i suoi esperti
dedicano alle nuove forme della comunicazione in rete, aggirando i
media tradizionali per raggiungere direttamente il pubblico.
Riforma della sanità, riduzioni fiscali per le piccole imprese,
prestiti agli studenti per pagarsi il college, aiuti alle famiglie
senza casa, chiusura di Guantanamo: questi i temi selezionati dallo
staff di YouTube per le domande al presidente a commento del
Discorso sullo Stato dell’Unione tenuto davanti al Congresso
mercoledì scorso.
Il Corriere della Sera si chiede se Barack Obama che risponde ai
cittadini su YouTube sia un vero campione della democrazia diretta,
o piuttosto un presidente che non fa quasi mai conferenze stampa
e in un momento difficile preferisce rispondere alle domande
inoltrate dagli utenti e prima debitamente selezionate. Lo potremmo
definire un leader 2.0 che non si fida dei media tradizionali
(Obama meno di altri, non avendone di propri) e che li scavalca
appena può, creando eventi in cui la sua presenza è centrale,
fino a spostare l’attenzione dai problemi affrontati. Lui è lì,
disponibile e intoccabile, e gli utenti che fanno domande sono
molto meno minacciosi dei “veri” giornalisti.
Non che le domande dei cittadini siano false, continua il Corsera.
Anzi, quelle poste a Obama sono le più votate dagli utenti di
Citizen-Tube, canale politico di YouTube (noto però soprattutto ai
giovani). Tuttavia, la selezione delle “top questions” poste a
Barack Obama è stata effettuata dai curatori del sito in accordo –
non ci sono dubbi – con lo staff del presidente.
Sicuramente oggi il pubblico americano può seguire il lavoro di
Obama in ogni modo (tutto è online, la Casa Bianca è persino su
Twitter), può mandargli le sue videodomande, e poi ascoltarlo su
YouTube. Ma non c’è contraddittorio. Insomma, il web 2.0 rende
liberi di comunicare ma al tempo stesso controlla. Le opinioni
viaggiano veloci ma molti cercano di pilotarle. Pro e contro dei
leader 2.0.