Ok al decreto Romani. Passa la versione soft

Siti tradizionali, blog, motori di ricerca, versioni online di quotidiani e riviste restano fuori dalle norme approvate

Pubblicato il 01 Mar 2010

Siti Internet tradizionali, blog, motori di ricerca, versioni
online di quotidiani e riviste restano fuori dalle nuove norme del
cosiddetto decreto Romani
su Internet e tv varato oggi in via definitiva dal Consiglio dei
ministri.

“Il provvedimento, che recepisce in parte le indicazioni delle
Commissioni parlamentari, reca importanti disposizioni adeguando la
disciplina in materia di attività radiotelevisiva alle innovazioni
tecnologiche intervenute nel settore”, ha detto il Ministro
Claudio Scajola, sottolineando che “vengono introdotte regole
comuni a tutti i servizi che diffondono immagini in movimento su
qualunque piattaforma; norme europee che prevedono regole più
flessibili in materia di pubblicità, comprendendo anche il
cosiddetto ‘inserimento di prodotto’ (product placement)
durante le trasmissioni televisive; disposizioni di rafforzamento
della tutela dei
minori, soprattutto per quanto riguarda la qualità della
programmazione quotidiana”.

Sul fronte dell'audiovisivo, tornano gli obblighi di
programmazione di prodotto italiano ed europeo per tutti gli
operatori (compresa la pay-tv), nonche' le quote di
programmazione e di investimento previste per la Rai. Ecco le
principali novita', cosi' sintetizzate in una nota dal
ministero dello Sviluppo economico.

1) Internet – Viene chiarito a quali servizi audiovisivi deve
essere applicata la disciplina prevista dalla Direttiva, con un
elenco dettagliato delle attivita' escluse (tra cui i siti
Internet tradizionali, come i blog, i motori di ricerca, versioni
elettroniche di quotidiani e riviste, giochi on line). E' stato
specificato che il regime dell'autorizzazione generale per i
servizi a richiesta (diversi dalla televisione tradizionale, con
palinsesto predefinito) non comporta in alcun modo una valutazione
preventiva sui contenuti diffusi, ma solo una necessità di mera
individuazione del soggetto che la richiede con una semplice
dichiarazione di inizio attivita'.

2) Produzione audiovisiva – Sono stati reintrodotti gli obblighi di
programmazione per tutti gli operatori (compresa la pay-tv),
nonche' le quote di programmazione e di investimento previsti
per la Rai e l'accorciamento dei tempi per l'emanazione del
regolamento nel cui ambito dovranno essere fissate le sottoquote in
favore della cinematografia nazionale, non solo per quanto attiene
agli obblighi di investimento, ma anche di programmazione.

3) Tutela dei minori – Vengono recepite anche condizioni che
rafforzano la tutela dei minori, soprattutto per quanto
riguarda
la pornografia, inequivocabilmente estesa a tutte le piattaforme di
trasmissione.

4) Ordinamento automatico dei canali – Si semplifica e si
omogeneizza il posizionamento dei canali televisivi sul
telecomando. E' stata infatti prevista una sinergia tra
l'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni (che
predispone un 'piano di numerazione' con criteri di
salvaguardia in favore dell'emittenza locale) e il ministero
(che in sede operativa assegna i rispettivi numeri ai fornitori di
contenuti televisivi), con potere di sospensione fino alla revoca
dell'autorizzazione in caso di inosservanza. Si ritengono
cosi'  superate le preoccupazioni espresse dall'emittenti
locali in relazione ad una possibile scarsa visibilita' della
propria programmazione nell'ordinamento automatico dei canali
fornito all'utenza.

La replica del responsabile comunicazioni del Pd Paolo
Gentiloni: "Ridotta la stretta su Internet, ma restano
intatti i regali a Mediaset sull'affollamento pubblicitario e
sui limiti antitrust dei programmi". L'ex ministro alle
Comunicazioni del Governo Prodi ammonisce: "Escludere del
tutto Internet da una direttiva televisiva sarebbe stato più
chiaro e avrebbe evitato le incertezze interpretative che non
mancheranno".

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