Open Media Coalition lancia il legal aid per l’informazione libera con un occhio particolare alle news online. Si tratta di un programma un programma di assistenza legale qualificata che intende dare supporto a quanti, si ritrovino destinatari di procedimenti, provvedimenti, richieste ed iniziative che minacciano la loro libertà di fare informazione. “L’ambizione, il desiderio e la volontà di tutte le associazioni che aderiscono alla coalizione, naturalmente, sarebbe quello di dare supporto a tutti quanti – blogger, citizen journalist, piccoli e medi editori – vedranno la propria libertà di informazione minacciata”, spiega una nota.
Le risorse umane ed economiche, nonostante il supporto di Open Society foundation sono, limitate. Nei prossimi mesi, quindi, tra le tante segnalazioni e richieste di supporto che perverranno, la coalizione ne selezionerà due, cercando di scegliere casi nei quali sia possibile affermare principi utili anche a chi dovesse trovarsi in analoghe situazioni il giorno dopo.
Nei due casi selezionati, Open Media Coalition, garantirà gratuitamente al giornalista, al blogger, al cittadino o al piccolo editore tutta l’assistenza legale necessaria a difendersi e/o a difendere l’accessibilità dei propri contenuti.
La coaltion ricorda che ogni mese, solo Google, riceve, in tutto il mondo, oltre un milione di richieste di rimozione di contenuti per presunta violazione della disciplina sul copyright. In Italia, nel solo primo semestre del 2012 Google ha ricevuto dalle Autorità, 71 richieste di rimozione di contenuti in ragione di presunte diffamazioni ed oltre 140 per presunte violazioni del diritto d’autore.
“Sono numeri che ritraggono, peraltro solo parzialmente, un fenomeno di dimensioni ben più ampie che riguarda, solo nel nostro Paese, centinaia di migliaia di citizen journalist, blogger e piccoli e medi editori digitali – spiega ancora la nota – Querele temerarie per diffamazione, sequestri di blog e siti internet, richieste di rimozione di contenuti o di disindicizzazione degli stessi, chiusure di pagine e profili di carattere informativo sui principali social network e/o sulle piattaforme di aggregazione di contenuti o cause risarcitorie milionarie intentate al solo scopo di dare “lezioni esemplari” e di mettere a tacere voci, volti e “tastiere” libere dell’informazione online”.
L’inziativa nasce anche sulla scia dei risultati della classifica sulla libertà di informazione presente in 179 Paesi al mondo, stilata da Reporters Sans Frontiers che vede il nostro Paese in 57esima posizione, con un indice distante solo pochi decimi da quello di Paesi come la Serbia, la Croazia, il Mozambico il Congo o il Nicaragua e oltre 20 punti da quello dei principali Paesi europei e di tutte le democrazie occidentali.
“La gravità della situazione – spiega Open Media Coaltion – si coglie con straordinaria immediatezza a guardare la mappa del mondo nella quale sono rappresentati in diversi colori i livelli di libertà di informazione presenti nei singoli Paesi. L’Italia è l’unica, dei più grandi Paesi europei ad essere colorata arancione, colore che la leggenda assegna ai Paesi con problemi sensibili.
Le segnalazioni e le richieste di informazione possono essere inviate a legalaid@openmediacoalition.it