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Operazione “Evil Web”: sequestrati 58 siti illegali e 18 canali Telegram

Maxi operazione della Guardia di Finanza di Gorizia contro la diffusione di contenuti audiovisivi ed editoriali illegali. In corso l’identificazione di un migliaio di abbonati alle Iptv gestite dai pirati informatici  

Pubblicato il 23 Set 2020

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Cinquantotto siti web illegali e 18 canali Telegram sequestrati: è il bilancio dell’ultima operazione del nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Gorizia. Tra i siti oggetto del provvedimento, spiegano le fiamme gialle in una nota, c’è quello che per analisi di “traffico” e per contenuti divulgati è stato catalogato come il punto di riferimento in ambito nazionale per la diffusione di guide, software e metodologie informatiche utilizzabili per ottenere l’accesso ai contenuti multimediali protetti dalle leggi sul diritto d’autore.

“L’incisività dell’intervento – spiega la Guardia di Finanza – è stata determinata da un approccio investigativo innovativo sviluppato in sinergia con l’Autorità Giudiziaria isontina che ha visto, per la prima volta in ambito penale in Italia, l’adozione nella misura cautelare reale sui cosiddetti ‘Alias’ associati ai domini web di secondo livello. Un’innovazione che sta consentendo, giorno per giorno, l’immediata inibizione di centinaia di nuovi domini web illecitamente creati nell’intento di aggirare l’originario provvedimento dell’Autorità Giudiziaria”.

Nell’mioto dell’indagine sono state anche attivate le procedure di collaborazione giudiziaria internazionale per arrivare al sequestro dei server da cui vengono divulgati i contenuti multimediali che violano il diritto d’autore.

Al centro dell’operazione, che è partita in Friuli Venezia Giulia e si è estesa fino in Puglia, in Emilia Romagna e all’estero in Germania, Olanda e Stati Uniti, ci sono “Diabolik”, “Doc”, “Spongebob” e “Webflix”, nickname dietro ai quali si nascondono i pirati informatici da cui è partita l’operazione, che grazie a  servizi di messaggistica istantanea e broadcasting erano protagonisti della diffusione di contenuti multimediali illegali come film di prima visione, prodotti audiovisivi appannaggio delle payTV, eventi sportivi di ogni genere, cartoni, pornografia, software, giornali, riviste, manuali.

E’ inoltre in corso, nello specifico delle Iptv illegali, l’identificazione di circa un migliaio di abbonati che verranno segnalati all’autorità giudiziaria per la violazione dell’art. 171-octies della legge sul diritto d’autore, con pene previste fino a 3 anni di reclusione e oltre 25.000 euro di multa, e che potranno incorrere anche nel reato di ricettazione.

“L’operazione è testimonianza dell’impegno profuso dalle Forze dell’Ordine a sostegno dell’industria dei contenuti, ancor più fondamentale in questa fase di ripartenza del settore audiovisivo e sportivo – afferma Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale  di Fapav – E’ necessario rendere sempre più sinergiche e rapide le collaborazioni con le Autorità internazionali al fine di contrastare con sempre maggiore efficacia un fenomeno, quello della pirateria, che non ha più frontiere. In particolare l’adozione della misura cautelare sui cosiddetti “alias” associati ai domini web oggetto del provvedimento riteniamo possa rafforzare l’efficacia delle azioni di contrasto poste in essere. L’operazione “Evil Web” ha interessato anche alcuni servizi di IPTV illegali, che destano forte preoccupazione in considerazione sia della maggiore fruizione degli stessi (durante il lockdown il loro utilizzo illegale è cresciuto dal 10% al 19%) sia della struttura ramificata e profondamente organizzata che c’è dietro l’implementazione di un business di questo tipo, altamente remunerativo. Fondamentale proseguire anche nelle azioni di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica – ha concluso il Segretario Generale – le conseguenze della pirateria sul piano della sicurezza dei dati sono ben più preoccupanti di quello che si possa pensare: la correlazione tra pirateria e criminalità informatica è un tema che non è più possibile trascurare e necessita di essere approfondito e diventare parte integrante di campagne informative”.

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