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Operazione “Perfect storm” contro lo streaming pirata: oscurati 5mila siti

Nella rete di Gdf e Polizia delle Comunicazioni sono finite piattaforme, server, vetrine online e quasi 400 canali Telegram che offrivano illecitamente eventi sportivi in diretta e altri contenuti tramite Iptv. Indagini in 19 Paesi, la procura di Napoli indaga 23 persone. Sequestrati 10 milioni di euro

Pubblicato il 11 Nov 2020

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Più di 5mila e 500 siti che ospitavano la trasmissione illegale di eventi in live streaming oscurati, insieme a server piattaforme, siti vetrina e oltre 370 canali Telegram. E’ il risultato dell’operazione “Perfect Storm”, condotta in 19 Paesi dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia delle telecomunicazioni nei confronti dei pirati dell’Iptv. Grazie a piattaforme informatiche sofisticate sul territorio europeo l’organizzazione si occupava di trasformare le trasmissioni audio-video delle pay tv e delle piattaforme come Netflix, Disney+ e Dazn in flussi di dati che venivano redistribuiti attraverso Server collocati in vari Paesi.Le indagini hanno portato la Procura di Napoli a indagare 23 persone, nei confronti delle quali sono stati essi provvedimenti di sequestro e confisca per 10 milioni e 619mila euro. Più di cento le perquisizioni portate a termine nei confronti dei rivenditori italiani degli abbonamenti pirata. Per condurre le indagini gli inquirenti si sono serviti anche di un software che di intelligenza artificiale, la cui potenza di calcolo nell’analisi dei dati ha consentito di individuare la rete distribuita sul territorio dell’organizzazione oltre che gli utilizzatori del segnale. Sono inoltre in tutto 334 gli account Paypal utilizzati dai rivenditori che sono stati sequestrati.

Secondo quanto sono riuscite a ricostruire le forze dell’ordine, tra le modalità di pagamento del servizio illegale venivano utilizzate anche le criptovalute, per rendere più difficile il tracciamento delle transazioni. Tra i presunti organizzatori del giro di contenuti Iptv illegali, secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, 5 sono risultati percettori di reddito di cittadinanza.

Illustrando l‘operazione in una conferenza stampa i militari della Guardia di Finanza hanno quantificato in 5 milioni gli utenti dei servizi illegali di streaming, mentre nel mondo il numero sale a 50 milioni.

A partecipare alle indagini sono stati in tutto circa 600 finanzieri, appartenenti a 91 comandi territoriali, affiancati dagli agenti della polizia postale, mentre all’estero hanno partecipato in tutto circa 300 persone appartenenti ai vari corpi di polizia. Con loro hanno collaborato oltre 300 appartenenti a Corpi di Polizia di Paesi esteri.

“Quello che è emerso in questa operazione è ancora una volta un vero e proprio business illecito legato alla pirateria audiovisiva, ramificato ed altamente remunerativo – afferma Federico Bagnoli Rossi, segretario generale Fapav – I dati rivelati dalla Guardia di Finanza danno contezza di un reato, grave, ma spesso percepito nell’accezione comune come un qualcosa di immateriale. La realtà è che ci troviamo di fronte a dei criminali informatici che con le loro azioni vanno ad alimentare quell’economia del sommerso che tanti danni genera non al solo settore audiovisivo ma all’economia italiana in generale e stimati in oltre 1 miliardo l’anno, oltre alle perdite legate all’evasione fiscale e al PIL”.
“C’è molto da fare poiché le tecnologie sono evolute e così anche la stessa criminalità informatica si è raffinata – prosegue Bagnoli Rossi – . Non possiamo farci trovare impreparati ma dobbiamo alzare sempre più l’asticella della lotta alla pirateria, soprattutto in un momento come quello attuale in cui l’economia italiana è in forte difficoltà a causa delle conseguenze legate all’emergenza sanitaria. Gli strumenti a disposizione ci sono e vanno potenziati al fine anche di sostenere la ripartenza del settore in un momento così delicato. Tra le priorità individuate è necessario rafforzare i poteri dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, recepire in Italia la Direttiva Copyright, rendere più tempestive le collaborazioni internazionali, senza tralasciare le attività educational e di sensibilizzazione. Il nostro Paese – conclude – con questa ulteriore operazione di vasta portata si conferma con decisione in prima linea nel contrasto di questo fenomeno illegale per il quale è imprescindibile la massima attenzione”.

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