L’Agcom si spacca sulla decisione di non sanzionare Tg4, Studio Aperto e TgLa7, per mancato rispetto della par condicio. Il consiglio dell’Autorità – secondo quanto apprende l’Ansa – ha emanato un nuovo ordine di riequilibrio nei confronti di Studio Aperto, dopo quello della scorsa settimana. Non si sarebbe proceduto ad una sanzione in considerazione del fatto che si è entrati, rispetto alle precedenti rilevazioni, in una fase nuova della campagna elettorale, nella quale oltre alle liste hanno un ruolo anche le coalizioni. L’Agcom ha anche emanato una raccomandazione a tutte le emittenti sui criteri da seguire nella seconda fase della campagna elettorale per assicurare parità di trattamento a coalizioni e liste.
A votare contro il commissario Maurizio Dècina. “Non ho condiviso le decisioni assunte dall’Agcom in materia di par condicio, poiché i dati del monitoraggio mostrano chiaramente il perdurare di violazioni degli ordini di riequilibrio già impartiti a varie testate televisive – ha dichiarato Dècina- In particolare, ritengo che doveva essere sanzionato il forte squilibrio informativo in favore del Pdl da parte dei notiziari Tg4 e Studio Aperto – puntualizza Dècina – squilibrio che dura ormai da cinque settimane – prosegue Decina – L’ingresso in una nuova fase della campagna elettorale è irrilevante, in quanto gli ordini impartiti nelle scorse settimane si rivolgono a soggetti politici presenti in ambedue le fasi. Per questo ho espresso voto contrario”.
Lo scorso 23 gennaio, l’Agcom ha sanzionato Studio Aperto, Tg4 e TgLa7 per non aver effettuato il riequilibrio richiesto nelle precedenti delibere, decise per mancato rispetto della par condicio durante la campagna elettorale. Il consiglio ha comminato 60 mila euro di multa nei confronti del Tg4 e di 40 mila euro per Studio Aperto. Devono pagare 100 mila euro invece i Tg di Ti Media.
L’autorità ha anche emanato nuovi ordini per Tg3, per la scarsa presenza del Pdl, TgLa7, per il poco spazio concesso ai piccoli partiti e all’Udc in particolare, e SkyTg24 per una sovraesposizione del Movimento 5 stelle e una sottorappresentazione di Idv, Fli e Udc.