Si arresta la crescita esponenziale della pirateria di contenuti audiovisivi e multimediali registrati nel corso dell’emergenza Covid-19: a testimoniarlo sono gli ultimi dati elaborati da Ipsos per Fapav. Se così durante il primo lockdown del si erano registrati 243 milioni di atti illeciti, negli ultimi 12 mesi gli atti illeciti compiuti mostrano un forte calo,arrivando a toccare quota 57 milioni in un bimestre medio, contro i 69 milioni per bimestre medio che si erano verificati nell’ultimo periodo pre-pandemia, il 2019. Di pari passo cala anche l’incidenza della pirateria in Italia, che passa dal 40% del periodo marzo-aprile del 2020 al 38% dello stesso bimestre nel 2021, contro il 37% su cui si era attestata nel 2019.
“La pirateria audiovisiva rimane in ogni caso una spina nel fianco dell’industria dei contenuti audiovisivi, con inevitabili conseguenze per il sistema economico ed occupazionale del nostro Paese – sottolinea Fapav – e soprattutto in un momento come quello attuale, porre in essere le migliori strategie di contrasto rappresenta un elemento imprescindibile per la ripartenza del settore”.
La ricerca Ipsos evidenzia inoltre come siano cambiate le abitudini dei pirati, che dedicano meno attenzione verso film e serie Tv/fiction, che scendono rispettivamente al 25% e 20%, con un -6% e -3%, mentre crescono le attività indirizzate alla fruizione illecita di eventi sportivi live, al 14% contro il 10% del 2019.
Cambiano inoltre le modalità utilizzate dai pirati: se da una parte è in discesa la pirateria “fisica”, a crescere è quella digitale, con un +4% rispetto al 2019, con una flessione nei download e nello streaming, che però non riguarda le Iptv illegali. Se infatti nel 2019 i fruitori di questo genere di piattaforme illegali erano il 10% della popolazione Italiana, negli ultimi mesi questa percentuale è cresciuta fino ad arrivare al 21%, che si traduce in circa 11 milioni di persone che hanno dichiarato di aver utilizzato almeno una volta le Iptv illecite per la visione di film, serie/fiction, programmi tv ed eventi sportivi live, dei quali circa due milioni sono “titolari” di abbonamenti illegali.
“Un fenomeno che desta la massima preoccupazione – commenta Fapav – in considerazione anche delle realtà criminali che si celano dietro questo business illecito come rivelato dalle più recenti operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine. Numerosi sono infatti i rischi, anche per gli utenti di queste piattaforme, spesso inconsapevoli di poter essere vittime di attacchi informatici e di compromettere i propri dati personali e bancari, oltre a danneggiare i propri device con malware e virus”.
Quanto alla consapevolezza di chi utilizza questo genere di servizi, la ricerca evidenzia come stiamo assistendo da una parte a un aumento della consapevolezza sull’illegalità di queste piattaforme, mentre rimane ancora bassa secondo gli intervistati la probabilità di essere coperti e puniti.
Tra i dati positivi che emergono dalla ricerca c’è il fatto che il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver sottoscritto negli ultimi dodici mesi un nuovo abbonamento a piattaforme legali che distribuiscono opere audiovisive: un trend positivo che secondo Fapav riflette un “riconoscimento degli sforzi profusi dall’industria audiovisiva in questo anno difficile in cui ha continuato ad essere al fianco del consumatore con nuovi contenuti”.
“Il focus di ricerca presentato oggi da Nando Pagnoncelli e riferito agli ultimi 12 mesi, confrontando il periodo di lockdown con quello successivo, ci conferma il sostanziale ritorno ai dati pre-pandemia per quanto riguarda l’incidenza del fenomeno e una contrazione legata al numero degli atti compiuti dagli utenti – afferma Federico Bagnoli Rossi, segretario generale Fapav – Si evidenzia, inoltre, l’efficacia delle attività di enforcement e di sensibilizzazione verso il consumatore, oggi molto più consapevole, e la crescita dell’offerta legale, sempre più ricca e diversificata. Quanto emerso conferma l’eccezionalità del primo lockdown in termini di consumi illeciti ed evidenzia la necessità di sostenere al massimo l’industria audiovisiva in questa fase di ripartenza, con l’obiettivo di rafforzare le azioni di tutela, per garantire una solida base di regole certe a sostegno dell’intera filiera. L’industria audiovisiva ha in quest’ultimo anno attuato nuovi e sempre più innovativi modelli di business per ampliare l’offerta legale”.
“Di fronte a questo scenario – prosegue Bagnoli Rossi – non è più rinviabile la collaborazione fattiva di tutti i soggetti che operano sul web a vario titolo e che devono essere responsabilizzati al fine che si possa operare in un ambiente digitale che sia realmente competitivo per chi investe nella produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi. Durante la pandemia le attività di contrasto ed enforcement non si sono mai fermate e, nonostante le difficoltà anche logistiche causate dall’emergenza sanitaria, sono state portate avanti con successo numerose azioni sia dalle Autorità competenti, a cui va il nostro ringraziamento, sia da alcuni nostri Associati, tra cui ad esempio la Lega Serie A, sempre in prima linea nelle attività di tutela e sensibilizzazione nei confronti del pubblico. Sempre nell’ottica di rafforzare le collaborazioni, siamo lieti inoltre di annunciare l’ingresso della Federazione in Optime, Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica”.
“È prioritario non abbassare la guardia e porre al centro delle strategie di ripartenza il tema della legalità – aggiunge il segretario generale di Fapav – A tal proposito sono numerose le tematiche sui tavoli istituzionali nazionali ed europei. Sul fronte nazionale va posta la massima attenzione all’implementazione della Direttiva Copyright nel nostro ordinamento ed è necessario altresì che avanzi l’iter relativo alle proposte di legge in tema di antipirateria, ora calendarizzate. Sul fronte europeo, invece, è centrale la discussione intorno al Digital Services Act, che rappresenta una grande occasione per rafforzare le azioni e gli strumenti di tutela dei contenuti sul web. Affinché questa opportunità non venga persa ci sono alcuni aspetti decisivi che devono essere potenziati: la responsabilizzazione di tutti i soggetti che operano sul web e il contrasto all’anonimato di chi agisce illegalmente su internet. In merito a quest’ultimo punto, ci auguriamo che l’approccio Kybc – Know Your Business Customer possa essere esteso a tutti gli intermediari e non solo ai marketplace. Infine, la rimozione tempestiva dei contenuti illegali – prosegue Bagnoli Rossi – rappresenta un aspetto cruciale per il contrasto agli illeciti ed è determinante sia per le new releases cinematografiche e seriali sia per i contenuti sportivi live. Riuscire a creare le condizioni per intervenire entro i 30 minuti dalla messa online del contenuto illecito rappresenta la sfida principale nel campo della tutela dei contenuti”.
“Occorre tutelare l’industria, i suoi lavoratori e tutte le maestranze, anche attraverso progetti e campagne di sensibilizzazione utili a far comprendere il valore del settore e della sua filiera – conclude – In questa direzione Fapav sta realizzando un’iniziativa di comunicazione intitolata “We Are Stories”, per promuovere l’importanza dell’industria dei contenuti e dedicata in particolar modo al pubblico più giovane e a tutti coloro che sognano e desiderano lavorare nel settore audiovisivo”.
“Gli italiani guardano al futuro con crescente ottimismo – aggiunge Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia – il sentiment generale è tornato ai livelli di due anni fa e oltre un italiano su quattro intravede prospettive economiche positive nei prossimi 6 mesi. La ricerca di quest’anno evidenzia che anche a livello culturale c’è voglia di tornare alla normalità pre-pandemica e ricominciare a ‘vivere’ il cinema in prima persona, ma d’altro canto la pandemia appare aver lasciato anche alcune buone abitudini casalinghe: quasi un terzo degli italiani ha sottoscritto nell’ultimo anno (dall’inizio della pandemia) almeno un abbonamento (legale) a servizi audiovisivi. Al contrario, sul fronte dell’illegalità, dopo la fortissima crescita degli atti illeciti di pirateria audiovisiva rilevata durante il lockdown dello scorso anno, la situazione tende a tornare ai livelli pre-pandemici”.