Un risultato importante a difesa della creatività e dell’industria culturale. Così definisce il regolamento Agcom sul copyright il commissario Francesco Posteraro nel suo intervento sul Sole 24 Ore.
E a chi ha cercato “di accreditare artificiosamente l’idea di una contrapposizione tra l’intervento di Agcom e quello del Parlamento”, il commissario risponde che tale contrapposizione “non ha alcuna ragione di esistere dato che si tratta di organi che operano su piani diversi”.
“Il provvedimento (sul diritto d’autore ndr) – spiega Posteraro – si limita a dettare le norme procedurali volte a disciplinare l’esercizio di funzioni espressamente attribuite all’Autorità da precise norme di legge le quali hanno inteso apprestare al diritto d’autore una tutela che va ad aggiungersi a quella giudiziaria – e non certo a sostituirla – allo scopo di rispondere con maggiore tempestività agli illeciti”.
Il commissario ricorda che le Camere possono ad ogni momento far venire meno questa tutela aggiuntiva e con essa le basi della competenza Agcom. “Ma fino a quando questo non avverrà”, l’Agcom non solo ha il diritto ma “soprattutto il dovere” di esercitare i poteri conferiteli.
Entrando nel merito delle regole e rispondendo crede che possano mettere a rischio la libertà della rete, il commissario fa un paragone: “è come pretendere che la previsione del reato di calunnia possa compromettere la libertà di manifestazione del pensiero”.
“Gli internauti non hanno nulla da temere da Agcom– rassicura – Il regolamento esclude espressamente dal proprio ambito di applicazione gli utenti finali e anche il peer to peer. E assegna carattere prioritario all’azione di contrasto alla pirateria massiva, gestita da grandi centri criminali che lucrano e prosperano a spese di chi lavora e di chi pera sul mercato nel rispetto delle regole”.
Posteraro bolla come falsa l’interpretazione secondo cui le regole costringerebbero i provider ad effettuare un monitoraggio sistematico della rete. Agcom “non può agire d’ufficio, i provider saranno chiamati ad attivarsi solo in ordine a specifiche violazioni, nell’ambito di una procedura che presenta un’impronta marcatamente garantista”. Ovvero “pieno rispetto del contraddittorio e archiviazione immediata se viene adita l’autorità giudiziaria”.
Ovviamente la sola repressione non basta. Ecco perché, ricorda il commissario, il regolamento prevede l’istituzione di un comitato tecnico, dove istituzioni e stakeholder potranno collaborare “per fra progredire i confini della legalità, contribuendo nel contempo all’auspicato rilancio nella nostra industria culturale”.