“Vivendi non ha nessun diritto di ritirarsi dall’operazione sulla base della due diligence”. È questo il chiaro messaggio contenuto nell’esposto presentato da Mediaset all’Autorité des marchés financiers (Amf), l’equivalente francese della nostra Consob, in merito al dietrofront di Bolloré nella vicenda Premium. Mercoledì scorso, riporta il Sole24Ore, il cfo del Gruppo italiano, Marco Giordani, si è spinto oltre le Alpi per portare il pressing sulla media company in trasferta.
La lettera inviata all’Amf mette nel mirino l’ultima relazione semestrale di Vivendi, in cui sono contenute le motivazioni che hanno spinto la società a fare un passo indietro dopo l’accordo di aprile e a chiedere un accordo alternativo, respinto da Mediaset. Il Gruppo del finanziere bretone Vincent Bolloré aveva parlato di previsione “irrealistiche” circa le previsioni sul break-even della pay-tv, emerse dopo la due diligence condotta da Deloitte sui conti di Premium: “Il business plan appare irraggiungibile e avrebbe bisogno di essere pesantemente rivisto al ribasso per essere realistico”, recitava la relazione di fine luglio.
L’esposto di Giordani alla Consob francese contiene la citazione testuale di una clausola del deal stretto ad aprile che dimostrerebbe l’impossibilità di tirarsi indietro per Vivendi. “Ogni liability eventualmente individuata da Vivendi e dai suoi advisor durante la due diligence non pregiudicherà il completamento del closing nei termini e nelle condizioni stabilite in questo accordo”. La lettera del cfo di Mediaset sottolinea inoltre che la stessa due diligence di Deloitte non era stata “concordata contrattualmente” come sostiene Vivendi, ma che la società di consulenza era stata indicata dal contratto come “esperto” per la valutazione dell’indice Arpu, ossia dei ricavi medi per abbonato. La ricostruzione della vicenda nella semestrale di Vivendi è dunque secondo Mediaset “fuorviante e incorretta”. Da Vivendi un secco “no comment” all’esposto di Giordani.
L’Amf, dopo aver ricevuto l’esposto, ha specificato tramite fonti citati da Reuters che l’Autorità non ha potere in materia di dispute commerciali fra le società. La mossa del Gruppo di Cologno Monzese punta probabilmente a mettere ulteriore pressione alla media company francese portando il caso legale anche fuori dall’Italia. Intanto, gli avvocati di entrambe le parti sono già a lavoro in vista dell’udienza fissata per febbraio.
Mediaset sta valutando anche l’ipotesi di ricorrere d’urgenza ex art. 700 per abbreviare i tempi processuali e cautelarsi contro i possibili danni di una vicenda che rischia di andare per le lunghe. L’asse Milano-Parigi sembra dunque scaldarsi ogni giorno di più e le possibilità di giungere a un nuovo accordo appaiono in calo. Ma ogni ipotesi è ancora in campo, compresa quella di un accordo extra-giudiziale che potrebbe rimettere in corsa Sky.