“Agcom ha deciso di concedere a Poste Italiane una deroga per il recapito a giorni alterni, fino al 25% della popolazione. Ho espresso voto contrario, in quanto nutro seri dubbi che la decisione risponda al dettato normativo europeo sul servizio universale”: lo dice Antonio Preto commissario Agcom che ha votato contro le delibere che danno il via libera al piano Caio per Poste.
“La materia – spiega Preto – è disciplinata dall’art. 3, par. 3, della direttiva 97/67/CE, che prevede l’obbligo di recapito quotidiano per un minimo di cinque giorni a settimana. Inoltre, il considerando n. 21 della direttiva n. 2008/6/CE stabilisce che “[i]l servizio universale garantisce in linea di massima una raccolta e una consegna presso l’abitazione o la sede di ogni persona fisica o giuridica, ogni giorno lavorativo, anche nelle zone remote e scarsamente popolate”.
Eventuali deroghe possono essere concesse solo in circostanze o condizioni geografiche “eccezionali”. “Il punto su cui dubito fortemente – dice Preto – riguarda proprio la valutazione delle deroghe, che deve essere di ordine giuridico e non economico, e soggetta a un criterio di interpretazione restrittivo. Dal benchmark europeo emerge che, finora, la deroga al recapito quotidiano è stata autorizzata solo in casi estremi (poche famiglie residenti in aree remote e/o difficilmente accessibili) e ha interessato percentuali ridotte della popolazione: in Grecia, che conta migliaia di isole, pari al 20% del territorio, la deroga non supera il 7%”.
Il quadro europeo è chiaro. “Invece – dice il commissario -, la Legge di Stabilità, cui l’Autorità ha fatto riferimento, eleva al 25% della popolazione l’ambito di applicazione delle deroghe – e, per questo motivo, dovrebbe essere disapplicata. Il servizio universale, infatti, serve a garantire la raccolta e il recapito della posta anche nelle aree meno popolate o più isolate, dove le imprese non andrebbero a condizioni di mercato. In questo modo, si evita che alcune aree rimangano escluse dal servizio postale, creando di fatto un’Europa a più livelli, con cittadini di serie A e di serie B”.
Neppure la divisione del provvedimento in tre fasi applicative supplisce, “a mio avviso, le criticità evidenziate – conclude Preto -. Con il provvedimento adottato, infatti, si identifica sin d’ora l’obiettivo finale: consentire a Poste Italiane di estendere il nuovo modello di recapito, da febbraio 2017, fino al 25% della popolazione – una percentuale, come visto, difficilmente compatibile con la Direttiva e con la prassi applicativa degli altri Stati. È l’impianto complessivo del provvedimento, in altri termini, a generare perplessità. Quando, come nel caso del servizio postale, sono in gioco i diritti e gli interessi dei cittadini, bisogna agire con la massima cautela. Per queste ragioni ho espresso voto contrario”.
Non basta: “Ho votato anche contro il provvedimento che definisce i nuovi obiettivi di qualità e le nuove tariffe dei servizi postali, perché determina un aumento dei prezzi e un alleggerimento degli obiettivi di qualità senza incentivi all’efficienza. A Poste Italiane è consentito, infatti, di applicare al nuovo servizio di posta ordinaria le stesse tariffe previste finora per la posta prioritaria – nonostante si tratti di servizi distinti, con requisiti molto diversi (l’ordinaria va recapitata entro 4 giorni lavorativi dall’invio, la prioritaria entro 1 giorno lavorativo)”.
Ritengo che la decisione non sia in linea con la Direttiva sui Servizi Postali, e in particolare con l’art. 12 della direttiva 97/67/CE in cui si stabilisce che “i prezzi dei servizi postali devono essere correlati ai costi”. Seguendo tale norma, ritengo che il servizio di recapito entro 4 giorni dall’invio non possa avere lo stesso costo – e quindi lo stesso prezzo – del servizio di recapito entro 1 giorno. Questo anche alla luce dell’Allegato I della Direttiva 2008/6/CE, il quale stabilisce che le Autorità nazionali di regolamentazione devono prendere “in considerazione tutti i mezzi atti a incoraggiare adeguatamente i fornitori di servizi postali (designati o meno) ad assolvere gli obblighi di servizio universale in modo efficiente rispetto ai costi”. Si è scelto, inoltre – dice il commissario -, di deregolare il prezzo della prioritaria, con il risultato di amplificare il gap con l’Europa, visto che già oggi il prezzo della prioritaria in Italia è sopra la media europea.
“Non ritengo condivisibili tali scelte – conclude Preto -, anche considerando che – con il nuovo modello di recapito a giorni alterni – una parte consistente della popolazione italiana non potrà di fatto fruire del servizio di recapito entro un giorno dall’invio. Ecco perché non ho potuto votare a favore del provvedimento.