COOKIES

Privacy, la Ue accelera sull’attuazione delle nuove norme

In arrivo le linee guida sull’uso dei cookie: si punta alla distinzione tra quelli “innocui” e quelli per i quali serve il consenso preventivo dell’utente. Ma le società di adv non ci stanno: “Così si strozza il mercato”

Pubblicato il 11 Giu 2012

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L’Unione europea sta lavorando per far rispettare le regole riguardanti i file Internet di piccole dimensioni che possono essere usati per tracciare gli utenti con l’obiettivo di accelerare il piano europeo per l’attuazione della nuova normativa sulla privacy. Le authority degli stati membri hanno elaborato nuove raccomandazioni per dettagliare l’applicazione della legge sulla privacy europea ai cosiddetti cookie.

I nuovi orientamenti, che dovrebbero essere pubblicati già questa settimana, stabiliscono che bisogna distinguere tra cookie innocui – che i siti web possono distribuire senza il permesso degli utenti -e quelli per i quali è necessario il consenso dell’utente.

“Non c’è assolutamente nessuna ambiguità sul fatto che sia necessario il consenso per quei tipi di cookie – spiega Alain Pannetrat, rappresentante della Commissione Nationale de l’Informatique et des Libertés francese che ha lavorato alle nuove raccomandazioni.

Ma le raccomandazioni hanno già sollevato polemiche. Le società di advertising affermano che esistono modi più sottili di informare gli utenti e dare loro la possibilità di cancellare i cookies: alcuni gruppi hanno pubblicato i loro set di “buone pratiche” su come comunicare agli utenti. Secondo le aziende pubblicitarie le nuove norme potrebbero danneggiare il business del web che in Europa, nel 2012, dovrebbe valere quasi 14 miliardi di euro (dati Idate).

“In questo momento loro hanno una posizione e noi ne abbiamo un altra su come leggere la legge – spiega Hélène Chartier, direttore generale di Iab France; la Chartiet sostiene inoltre che può fare molto “per educare i consumatori che la pubblicità mirata offre vantaggi”.

Le raccomandazioni dei regolatori europei sui cookie potrebbero però placare alcune aziende, come ad esempio quelle di e-commerce, che aveva temuto una stretta anche per le funzioni web base, come la selezioni dei prodotti di uno store online.

“Bisogna distinguere tra cookie e pubblicità mirata”, puntualizza François Momboisse, capo della Fevad Francia, la federazione di rivenditori online.

Ma molti altri stanno alla finestra in attesa di vedere come evolve il quadro. “Stiamo aspettando di vedere come l’industria nel suo complesso si muoverà – dice Giuseppe de Martino, consigliere generale e responsabile degli affari pubblici del sito di video-sharing francese DailyMotion – Non c’è fretta”.

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