L’Edpb, Autorità europea di regolamentazione dei dati, ha accettato di estendere il divieto imposto dalla Norvegia, paese non membro dell’Ue, sulla “pubblicità comportamentale” (“behavioural advertising”) su Facebook e Instagram a tutti i 30 Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo. Il divieto di tale pubblicità, che prende di mira gli utenti raccogliendo i loro dati, è una battuta d’arresto per il colosso tecnologico statunitense Meta Platforms, proprietario dei due servizi di social media, che si è opposto agli sforzi per frenare questa pratica. Meta ora corre il rischio di essere multata fino al 4% del suo fatturato globale.
La palla nelle mani della Dpa irlandese, dove ha sede Meta in Europa
La “decisione urgente e vincolante” dell’Edpb, nel concreto, incarica la Dpa irlandese (qui si trova la sede europea di Meta), in qualità di autorità di controllo capofila, di adottare, entro due settimane, misure definitive riguardanti Meta Ireland Limited e di imporre un divieto di trattamento dei dati personali per la pubblicità comportamentale sulle basi giuridiche del contratto e dell’interesse legittimo in tutto lo Spazio Economico Europeo.
Possibile sanzione sino al 4% del fatturato globale
Dal 7 agosto, Meta è stata soggetta a multe giornaliere in Norvegia di 1 milione di corone (90.000 dollari) per aver violato la privacy degli utenti utilizzando i loro dati, come posizioni o comportamento di navigazione, per scopi pubblicitari, secondo un modello di business comune alle Big Tech. L’autorità di regolamentazione norvegese dei dati, Datatilsynet, a settembre ha dichiarato di aver deferito la multa in corso all’Autorità di regolamentazione europea, poiché la sua multa era valida solo in Norvegia. La multa scadrà il 3 novembre, ma Meta potrebbe rischiare una sanzione pecuniaria molto più pesante, secondo Tobias Judin, capo della sezione internazionale di Datatilsynet. “Dato che ora avremo un divieto permanente, il mancato rispetto del divieto a livello di Ue/See costituirebbe di per sé una violazione del Gdpr, che potrebbe essere sanzionata fino al 4% del fatturato globale”, ha detto Judin. La decisione riguarda circa 250 milioni di utenti Facebook e Instagram in Europa, ha affermato Datatilsynet.
La reazione di Meta: “Già impegnati da tempo su questo fronte, sforzi ignorati”
Meta, in realtà, aveva già da tempo confermato l’intenzione di dare agli utenti nell’Ue e nello Spazio Economico Europeo l’opportunità di esprimere il proprio consenso, offrendo un modello di abbonamento per conformarsi ai requisiti normativi. “Abbiamo già annunciato che daremo alle persone nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo la possibilità di esprimere il proprio consenso e, a novembre, offriremo un modello di abbonamento per ottemperare ai requisiti normativi – spiega un portavoce dell’azienda – I membri del Comitato Europeo per la protezione dei dati (Edpb) sono a conoscenza di questo piano da settimane, in cui ci siamo già impegnati pienamente per arrivare a un risultato soddisfacente per tutte le parti. Questo sviluppo ignora ingiustificatamente questo attento e solido processo di regolamentazione”.
L’Edpb: “E’ tempo di interrompere i trattamenti illeciti”
“Dopo un’attenta considerazione, l’Edpb ha ritenuto necessario incaricare la Dpa di imporre un divieto di trattamento a livello dello Spazio Economico Europeo, indirizzato a Meta – ha dichiarato il presidente dell’Edpb, Anu Talus -. Già nel dicembre 2022 le Decisioni vincolanti dell’Edpb avevano chiarito che il contratto non costituisce una base giuridica adeguata per il trattamento dei dati personali effettuato da Meta per la pubblicità comportamentale. Inoltre, secondo l’Autorithy irlandese, Meta non ha dimostrato di aver rispettato gli ordini imposti alla fine dello scorso anno. È giunto il momento che Meta renda conformi i propri trattamenti e interrompa i trattamenti illeciti”.