LA DELIBERA

Radio digitale, Agcom dà l’ok al Piano nazionale per le frequenze

Approvato il documento per l’assegnazione dello spettro Vhf-III per il servizio Dab+. La questione delle interferenze nazionali e con i Paesi esteri viene affrontata con lo strumento del punto di verifica che permette di simulare gli eventuali impatti. Ma i negoziati sul versante adriatico restano aperti e il piano è necessariamente “provvisorio”

Pubblicato il 08 Ago 2022

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L’Agcom ha approvato, con la delibera n.286/22/Cons, il Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze in banda Vhf-III per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale Dab+ (Pnaf-Dab). La relativa documentazione è online dal 4 agosto.

Il Pnaf-Dab pianifica le frequenze per le seguenti reti di radiodiffusione sonora in tecnica digitale:  3 reti in ambito nazionale con struttura isofrequenziale per macroaree di diffusione; 54 reti in ambito locale con copertura regionale, di cui 27 decomponibili in sub-bacini; 36 reti in ambito locale con copertura pluri-provinciale o provinciale.

Alla radiodiffusione sonora in tecnica digitale in standard Dab+ è attribuita la banda di frequenza 174-230 MHz (banda Vhf-III), disponibile dal 1 luglio dopo il completamento della nuova fase della Tv digitale.

Il Piano fornisce indicazioni sulle risorse frequenziali pianificate per le reti in ambito nazionale e per le reti in ambito locale e specifica i vincoli radioelettrici, valevoli ai fini della pianificazione e in grado di fronteggiare la questione delle interferenze internazionali.

A questo proposito, il piano è “provvisorio” in quanto rimane formalmente aperto, sotto il coordinamento del Mise, un tavolo negoziale internazionale per la pianificazione delle frequenze lungo il bacino adriatico, all’esito del quale potrebbero essere riviste, ove necessario, alcune attribuzioni di frequenza all’Italia.

Le delibere di pianificazione delle frequenze per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale attualmente in vigore cessano di avere efficacia secondo il calendario nazionale di attuazione del Pnaf-Dab definito dal Ministero dello sviluppo economico.

I criteri generali per gli operatori di rete

L’Art. 2 della Delibera, “Vincoli radioelettrici e criteri generali di progettazione delle reti trasmissive”, stabilisce che gli operatori di rete assegnatari delle reti progettano le loro reti rispettando i vincoli radioelettrici stabiliti dal presente Pnaf-Dab nonché i seguenti criteri generali: impianti trasmissivi ubicati, salvo casi eccezionali, all’interno del bacino assegnato; minimizzazione dei naturali debordamenti del segnale, con possibilità, per il Ministero dello sviluppo economico, di imporre restrizioni all’uso di siti con copertura sovradimensionata rispetto all’estensione del bacino d’utenza; nei casi eccezionali in cui gli impianti della rete di diffusione debbano essere ubicati all’esterno del bacino assegnato per insormontabili ragioni tecniche o per la particolare configurazione geografica di un bacino, la scelta dei siti trasmissivi segue comunque un criterio di ragionevole prossimità al bacino.

Inoltre, nel rispetto del principio di equivalenza di cui alla delibera n. 15/03/Cons, gli operatori possono utilizzare un qualsiasi insieme di siti, purché compresi tra quelli assentiti dalle regioni interessate, ovvero anche altri siti, a condizione che vengano acquisite preventivamente le necessarie autorizzazioni dalle competenti autorità regionali; in coerenza con il principio di equivalenza, gli operatori assegnatari, rispettando i vincoli di coordinamento internazionale e nazionale, utilizzano la configurazione di emissione più adatta al servizio che intendono svolgere, nel rispetto, comunque, del principio di uso efficiente della risorsa spettrale.

I codici identificativi dei programmi radiofonici trasmessi in simulcast sulla piattaforma digitale Dab+ e su quella analogica Fm, rispettivamente denominati Service identifier e Programme identification (Pi Code), devono, di norma, corrispondere. Per i programmi radiofonici trasmessi esclusivamente in tecnica digitale, l’assegnazione del codice Service identifier segue le regole stabilite dalla norma tecnica Cenelec 50067.

Le interferenze e lo strumento del punto di verifica Pdv

Il documento di pianificazione (Allegato 2 della delibera n.286/22/Cons) illustra i criteri tecnici con i quali sono definiti i vincoli radioelettrici del Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze in banda Vhf-III per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale Dab+, le modalità di impiego degli stessi e le strutture dati utilizzate per la pubblicazione. Viene riportato l’insieme dei c.d. siti candidati, cioè l’insieme dei siti, al momento pari a 3.193, preventivamente assentiti dagli Enti territoriali competenti e, infine, la delimitazione geografica delle varie aree di coordinamento.

In particolare, viene chiarita la Modalità di impiego dei vincoli radioelettrici del Pnaf-Dab. Il rispetto di questi vincoli  da parte delle reti di diffusione reali “assicura l’uso efficiente dello spettro previsto dal Pnaf-Dab e conseguentemente – pur con le inevitabili approssimazioni dovute all’impiego, nella pianificazione, di metodi simulativi – la mutua compatibilità tra le diverse reti in esercizio e il conseguimento, da parte di queste ultime, degli obiettivi di servizio (qualità di ricezione, percentuale di popolazione coperta, capacità trasmissiva, etc.)”.

Attraverso lo strumento dei Pdv o punto di verifica (“un punto di ricezione, o pixel, geograficamente definito, ubicato sul territorio nazionale o estero, al quale viene associata una soglia destinata alla protezione di una frequenza pianificata”), è possibile verificare preventivamente in via simulativa se un progetto di rete rispetti i vincoli radioelettrici stabiliti dal Pnaf-Dab. Ciò in quanto i Pdv forniscono le prescrizioni sui livelli massimi di interferenza che una rete non deve superare in territorio estero e negli altri bacini dove il Piano ha previsto il riuso della frequenza.

Un Pdv estero è rispettato se il campo interferente cumulativo prodotto dal complesso degli impianti trasmissivi italiani ubicati nella rilevante area di coordinamento e operanti sulla frequenza protetta dal Pdv, non supera il valore di soglia previsto nel medesimo Pdv. Il rispetto dei Pdv esteri, se in ambito nazionale costituisce un presupposto per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze pianificate e per l’esercizio delle reti trasmissive reali, dall’altro non sostituisce le procedure di notifica e coordinamento internazionale cui gli specifici impianti effettivamente messi in esercizio devono essere sottoposti dall’Amministrazione competente.

Un Pdv nazionale è rispettato se nessuna delle reti potenzialmente interferenti (quelle, cioè, operanti negli altri bacini di servizio dove il Piano prevede il riuso della medesima frequenza) produce un campo disturbante cumulativo superiore al valore di soglia previsto nel Pdv.

Negoziazioni ancora in corso sul versante adriatico-ionico

Il documento chiarisce che nel versante adriatico-ionico le negoziazioni, avviate nel 2019 dal Mise, competente per l’attività, con gli Stati esteri radioelettricamente confinanti (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Slovenia) sono ancora in corso e che i risultati di tali negoziazioni, pure suscettibili di modificare il quadro del coordinamento internazionale nella banda Vhf-III, fino alla sottoscrizione di un valido accordo di coordinamento non possono essere considerati ai fini dell’attività di pianificazione. Conseguentemente, nelle relative aree di coordinamento restano validi, allo stato, i diritti internazionalmente riconosciuti all’Italia dal Piano di GE06

Le audizioni e i commenti alle richieste degli stakeholder

L’approvazione del Piano è stata preceduta da una serie di audizioni alle quali hanno partecipato la società Rai-radiotelevisione italiana, concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, l’ente Ras-Radiotelevisione azienda speciale, operatore di servizio pubblico radiotelevisivo nella Provincia autonoma di Bolzano, le associazioni di emittenti Aeranti-Corallo, Alpi, Conna-Coordinamento nazionale nuove antenne, Cnrt-Terzo polo digitale, Confindustria radio televisioni, Mave, Rea-Radiotelevisioni europee associate, Rna-Radio nazionali associate. Alle audizioni sono stati invitati a presenziare anche il Mise e la Fondazione Ugo Bordoni.

Agcom fa sapere che “Molti intervenuti hanno auspicato che l’attivazione delle nuove reti, così come la migrazione delle reti esistenti verso le configurazioni previste dal Pnaf-Dab, avvenga secondo un percorso accuratamente pianificato e concordato tra Mise, Autorità e operatori coinvolti. Nel concordare con gli intervenuti sulla opportunità di definire una roadmap di migrazione della piattaforma e nel confermare la disponibilità dell’Autorità a collaborare alla definizione della stessa, non si può non ricordare che un simile adempimento ricade nelle competenze del Mise, quale soggetto competente al rilascio e alla gestione dei titoli abilitativi all’esercizio degli impianti di trasmissione”.

Sulla questione delle interferenze Agcom chiarisce anche: “Sebbene i negoziati con gli Stati esteri radioelettricamente confinanti (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Slovenia) siano in corso da più di tre anni e la relativa conclusione, allo stato, non risulta ancora prevedibile, la circostanza che tali negoziazioni siano aperte e, conseguentemente, la possibilità che in futuro possano intervenire, anche a breve termine, nuovi accordi in merito agli assetti e alla ripartizione della banda Vhf-III sul versante adriatico, giustificano la connotazione di ‘piano provvisorio’ del presente Pnaf. Tale aspetto dovrà essere adeguatamente considerato anche in sede di rilascio da parte del Mise dei diritti d’uso relativi alle reti destinate a operare in particolare in tale area del territorio nazionale, considerato altresì che il Codice  prevede espressamente la possibilità di modificare i diritti d’uso rilasciati in casi obiettivamente giustificati e in misura proporzionata”.

Infine, in relazione alle osservazioni del comparto locale riguardanti il numero di reti nazionali pianificate, giudicato eccessivo, “è necessario ricordare che il Regolamento prevede che il Piano di assegnazione, oltre a riservare un blocco di diffusione (rectius rete) alla concessionaria del servizio pubblico ai sensi della legge n. 66/01, deve garantire almeno due blocchi di diffusione (reti) a operatori di rete nazionali privati. Quanto alle osservazioni, sempre del comparto locale, riguardanti il numero di reti locali pianificate, giudicato insufficiente”, Agcom ricorda, tra l’altro, di aver provveduto a ottimizzare la pianificazione delle frequenze in banda VHF-III per la Rete nazionale n. 12 televisiva e di aver adottato, per la pianificazione delle reti nazionali Dab, “il criterio di massima estensione (compatibilmente con i vincoli del coordinamento internazionale) delle macro-aree isofrequenziali. L’applicazione di questi due criteri ha consentito da un lato di assicurare alla pianificazione della radiofonia digitale l’87,5% dello spettrodisponibile nella banda Vhf-III (28 blocchi Dab contigui dal 6A al 12D sui 32 disponibili), dall’altro di massimizzare le risorse a disposizione della pianificazione locale”.

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