Mentre l’Italia si accinge progressivamente a passare alla Tv
digitale terrestre, il dipartimento alle Comunicazioni del
Ministero dello Sviluppo economico mette mano anche alla radio
digitale. Il viceministro Paolo Romani ha assegnato infatti nuovi
canali di radiofrequenza per il digitale radiofonico a Club Dab,
C.R. Dab ed Eurodab, i consorzi che raggruppano tutte le emittenti
nazionali e locali, che avevano ottenuto in via sperimentale
l’autorizzazione alla diffusione sul territorio italiano della
radio digitale Dab (Digital Audio Broadcasting). L’assegnazione
rappresenta un decisivo passo in avanti nell’implementazione di
una modalità trasmissiva che garanitirà un segnale di maggiore
qualità, sintonizzazione stabile e servizi multimediali
aggiuntivi.
“Per la prima volta in Italia il settore radiotelevisivo, nella
fattispecie la radiofonia, potrà beneficiare di un’assegnazione
di frequenze attribuite dal piano nazionale di ripartizione allo
stesso Ministero della Difesa – precisa la nota a firma di Romani
-. L’utilizzazione, ancorché temporanea, dei blocchi di
frequenze del canale 13 consentiranno alla radiofonia digitale di
portare avanti il processo di sviluppo sperimentale della nuova
tecnologia anche in questo importante comparto, facilitando la
ricanalizzazione della banda III vhf televisiva secondo i criteri
imposti dalla conferenza di Ginevra, attualmente in corso”. La
ricanalizzazione, che avverrà a partire dal 1° luglio, renderà
disponibile una nuova frequenza televisiva nazionale da assegnare
a Centro Europa 7.
Soddisfatti gli operatori del settore. “Il rilascio di queste
autorizzazioni segna una data storica per lo sviluppo della radio
digitale – commenta Roberto Giovannini, presidente del consorzio
C.R. Dab -. Questo si deve al lavoro unitario di tutti e tre i
consorzi e all’impegno profuso per il reperimento delle frequenze
da parte del Viceministro Romani. Da oggi si può lavorare con
tranquillità ed impegno per aggiungere alla radio analogica
un’ulteriore possibilità di sviluppo, al di là delle mere
sperimentazioni”. Ma per far proliferare il settore serve
soprattutto una normativa ad hoc, come ricorda il viceministro
Romani. “L’assegnazione delle frequenze è un primo e
importante passo – ha precisato -. Ma il digitale radiofonico ha
urgente bisogno di un quadro regolamentare stabile tale da
permettere gli investimenti utili per l'avvio delle diffusioni
ordinarie".