Rapporto Censis, in Italia boom di Facebook. Ma Internet segna il passo

Confalonieri (Mediaset): “Il governo tuteli il copyright in Rete”

Pubblicato il 19 Nov 2009

Facebook vince la sfida tra i social network e Internet segna il
passo. È questa la fotografia scattata dall’ottavo rapporto
Censis/Ucsi “I media tra crisi e metamorfosi”. Per quanto
riguarda Internet, mentre ci si aspettava un aumento del consumo di
web da parte degli utenti italiani in epoca di crisi economica, il
Censis rileva una sostanziale stabilità: dal 45,3% del 2007 si è
passati al 47% del 2009.
“La diffusione di internet – sottolinea il rapporto – è
strettamente collegata a fattori generazionali e ai livelli di
istruzione”. Sono i giovani e gli istruiti ad avere familiarità
con la rete. Di conseguenza, nel momento in cui internet è
diventata familiare a più dell'80% dei giovani e a quasi il
70% dei soggetti più istruiti, si va verso una dimensione di
saturazione, e il dato complessivo potrà aumentare solo con
estrema lentezza. Il primo divario nell'utenza di Internet si
basa sul fatto che gli uomini utilizzano il web molto più delle
donne: gli utenti abituali (con una frequenza di almeno tre volte
la settimana) tra gli uomini sono il 45,7% mentre le donne appaiono
molto distanti, con un'utenza abituale inferiore di 12,5 punti
percentuali. Il secondo divario è di natura anagrafica:
com'era prevedibile, in relazione all'utilizzo di Internet
vi è una netta spaccatura tra giovani (l'80,7% si connette al
web), da una parte, e adulti (nella classe d'età 30-64 anni si
connette il 46%) e anziani (soltanto 1 su 10 si connette),
dall'altra. Il terzo solco che divide la società italiana nel
rapporto con Internet attiene ai livelli di istruzione: tra i
soggetti più istruiti il 67,2% afferma di connettersi a internet,
tra i meno scolarizzati appena il 28,6%.

In un contesto siffatto a fare il boom è Facebook. Il social
network inventato da Mark Zuckerberg è quello più utilizzato
(61,6%), seguito subito da YouTube (60,9%), Messenger (50,5%),
Skype (37,6%) e MySpace (31,8%). Facebook è scelto soprattutto dai
giovani, che dichiarano di utilizzare il social network per
mantenere i contatti con gli amici (70,5%). Per quanto riguarda le
attività preferite al primo posto c'è la lettura delle
bacheche degli amici (41,2%), seguita dall'invio di messaggi
personali (40,5%). Va sottolineato, inoltre, che il 54,6% degli
utenti fa parte di gruppi di interesse o ha sottoscritto citazioni
apparse su Facebook, e che il 10% ha effettivamente partecipato a
eventi sociali, manifestazioni politiche, spettacoli di cui è
venuto a conoscenza tramite il social network. Poco più di un
utente su quattro constata che da quando si è iscritto a Facebook
tende a dedicare meno tempo ad altre attività (il 26,8%) e tale
sensazione è maggiormente percepita dalle donne (il 32,2%) e dalle
persone meno istruite (il 31,2%).

La maggioranza degli utenti (il 68,4%) preferisce accedere a
Facebook nelle ore serali, il 36,5% si connette solitamente nelle
ore diurne, il 15,3% durante l'orario di lavoro o di studio, e
solo uno su dieci accede al sito esclusivamente nel weekend.
Ma accedere a Facebook porta via tempo ad altre attività di svago,
prima fra tutte la lettura di libri: il 42,4% degli iscritti a
Facebook le dedica meno tempo; segue la consultazione di altri siti
Internet (40%), andare al cinema (11%) o guardare film in dvd
(9,1%), la rinuncia allo shopping (5,3%) e all'ascolto della
radio (5,6%).
Un'altra tendenza che si rileva osservando le attività cui si
sottrae tempo per accedere a Facebook riguarda i rapporti
interpersonali: il 14,4% di utenti sacrifica le telefonate agli
amici e l'11,5% esce di meno per socializzare.

Tra gli iscritti vi è pure, sebbene in misura minoritaria
(l'8,5%), il timore che dalla presenza su Facebook possano
derivare dei rischi. Tra tutti quelli rilevati, quello che sembra
preoccupare maggiormente l'utenza di Facebook concerne la
violazione della privacy: il 72,1% degli intervistati che nutrono
preoccupazioni è di questo avviso, cui si aggiunge una quota pari
al 9,3% costituita da coloro che indirettamente si richiamano alla
privacy, affermando di temere che dall'uso di Facebook possano
derivare problemi per la propria reputazione (ad esempio, che il
profilo personale venga controllato dal datore di lavoro).

Alla presentazione del rapporto Censis è intervenuto anche il
presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri che fatto un appello al
governo perchè si impegni a tutelare il copyright sul web.
“Internet si avvale di una parola magica che è free. Se i vari
Youtube, Google, non riconoscono il valore della proprietà
intellettuale, non si può investire – ha detto Confalonieri -.
Noi investiamo la metà di quello che ricaviamo in produzione e
contenuti se altri approfittano di questi contenuti, mandati in
rete da privati, soprattutto giovani, non ci sarà futuro per chi
di mestiere fa contenuti. Serve molta attenzione da parte dei
regolatori e del governo. che si devono impegnare a prendere a
cuore questo problema”.

Il presidente del Senato, Renato Schifani ha colto l'occasione
per chiedere a chi "fa" i nuovi media di tenere conto del
ruolo che hanno nella formazione delle coscienze, soprattutto
giovani. ''Solo così potranno concorrere al progresso
nella realizzazione di una societa' civile, piuttosto che al
suo disgregamento – ha precisato Schifani -. Non è infrequente
imbattersi in mass media che forniscono volutamente informazioni
manipolate e non di rado non appare volutamente chiara la
confusione tra il piano delle notizie e le informazioni,
oggettivamente verificabili, rispetto a quello delle analisi e
delle opinioni sulle stesse''.

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