Rivoluzione nella comunicazione istituzionale. Tra slide, split screen, diretta Twitter e Facebook e linguaggio informale, la conferenza stampa di ieri del premier Matteo Renzi, al di là dei contenuti politici, ha introdotto elementi disruptive nella consueta modalità di comunicazione politica. Uno stile decisamente diverso dalle compassate conferenze stampa alla Monti, ma anche dai monologhi berlusconiani, pensato sostanzialmente, come hanno rilevato diversi osservatori, per la trasmissione televisiva (oltre che in streaming, l’incontro era in diretta su Sky) e per l’esperienza social.
Le slide e lo split screen – Il presidente del Consiglio ha fatto scorrere le slide mentre illustrava i provvedimenti dal titolo “La svolta buona”. Alcuni hanno fatto notare che altri politici prima di lui avevano annunciato provvedimenti servendosi dei media digitali. In questo caso Renzi ha tratto ispirazione da Barack Obama: come il presidente americano nell’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione, il premier italiano ha usato lo split screen (`enhanced version´, versione migliorata), un effetto per cui in tv appare lo schermo diviso a metà: da un lato la sua immagine, dall’altro le slide relative alle misure illustrate. Renzi, in piedi e con la mano in tasca, schiacciava il pulsante del telecomando per far scorrere le tabelle. E ha sorpreso il pubblico quando, sullo sfondo della slide che illustrava il cronoprogramma dei primi 100 giorni, sono comparsi una katana, la spada giapponese, e un pesciolino rosso nel vaso di vetro : “Il pesce rosso è un tema fondamentale – ha scherzato – mi fa piacere siate di buonumore”.
La conferenza in diretta Twitter e Facebook – Lanciata con l’hashtag #lasvoltabuona (trasformazione “genetica” del precedente #lavoltabuona), la conferenza stampa di Renzi è stata seguita in diretta sulla piattaforma di microblogging, così come sul social network di Mark Zuckerberg e negli altri “luoghi” della Rete (blog, chat, forum). E il web si è scatenato, sia in tempo reale sia nelle ore successive, con commenti, critiche, apprezzamenti, parodie e fotomontaggi. Da una parte i sostenitori del nuovo corso comunicativo: tra questi Fabrizio Rondolino, ex uomo-comunicazione di Massimo D’Alema, che ha twittato a incontro appena chiuso: “Allegro, sfrontato, chiaro, pragmatico, fresco come la primavera: la più bella conferenza stampa di sempre”. Ma numerose sono state anche le voci critiche: “venditore di pentole alla Giorgio Mastrota” e “conferenza stampa come convention aziendale” sono stati alcuni dei leit motivi che hanno dominato gli interventi degli utenti online. Il giornalista Nicola Porro ha ironicamente twittato: “al rivoluzionario della Leopolda possiamo concedere excel ma le slides no. Quelle sono di Brunetta”. Intanto primeggia tra le tendenze più seguite di Twitter un altro hashtag, #Renzact: ulteriore prodotto della mentalità “social” del premier e del suo capo ufficio stampa e spin doctor, Filippo Sensi, giornalista già molto conosciuto su Twitter per aver creato con altri il nickname collettivo @nomfup (da “not my fucking problem”), diventato uno degli account più seguiti in Italia con oltre 45.800 followers
Ironia e autoironia – Anche il “politichese” è stato rottamato. L’ex sindaco di Firenze ha scelto un linguaggio diretto, condito d’ironia e autoironia. Interrompendosi più volte per parlare col suo braccio destro, Graziano Delrio, ha scherzato sul fatto che il suo staff non aveva preparato le cartelle stampa con i dati dei provvedimenti. Poi, dopo una sequela infinita di dati e numeri mandati a memoria, ha scherzato con i giornalisti: “Ce la fate? La questione è un po’ complessa”. Si è autoschermito: “Mamma mia Matteo come la stai facendo tecnica”. Quando ha annunciato l’asta on-line di cento auto blu (“Vendesi auto quasi nuova, colore blu”, si legge sulla slide), si è improvvisato banditore: “Venghino, signori, venghino. Chi è interessato alla macchina di La Russa?”. E, nell’annunciare lo sblocco dei pagamenti della PA, ha citato Totò: “E io pago, finalmente”.