Romani contrattacca il Financial Times: “Vengano qui prima di scrivere”

In una lettera al quotidiano britannico il viceministro alle Comunicazioni risponde alle critiche: “Mistificata la realtà italiana”. E sulle pressioni anti-Sky del governo presentano un’interrogazione i senatori Vita e Zanda

Pubblicato il 15 Apr 2010

Non basta la smentita a parole, ora il viceministro alle
Comunicazioni, Paolo Romani, risponde con una lettera al Financial
Times che aveva
accusato
il governo italiano di boicottare in sede europea
l'ingresso sulla piattaforma digitale a pagamento di Sky.

“Con nessun mezzo si impedirà a Sky di entrare nel mercato del
digitale terrestre nel 2012, sia nel caso voglia acquistare delle
frequenze o società, sia nel caso voglia prendere in gestione dei
canali – scrive -. Non sorprende più di tanto che la richiesta
presentata da Sky Italia alla Commissione europea per poter
sottoporre una offerta per le frequenze del digitale, offra una
ghiotta occasione per scatenare l'ira e il biasimo di quanti
nutrono un'innata avversione per l'attuale governo”.

Romani definisce pertanto “prevedibili” le interpretazioni
secondo cui il governo italiano si muoverebbe “a nome di Mediaset
per escludere dall'entrata nel mercato della tv digitale un
concorrente scomodo”. Romani contesta anche l'interpretazione
secondo cui potrebbe “ignorare il via libera della Commissione
Europea considerandolo 'irrilevante’, dimostrando così un
atteggiamento di sfida nei confronti delle regole e delle leggi
dell'Ue”.

“Sfortunatamente ancora una volta la realtà italiana è stata
grossolanamente mistificata, mescolando pregiudizio con la
propaganda proveniente dalla stampa nazionale (italiana, ndr) che
si schiera con l'opposizione, sempre più ansiosa di
risollevare la questione del conflitto di interessi – aggiunge -.
Ma è ora di fare chiarezza. Prima di tutto ho rispettosamente
espresso al Commissario europeo, Joaquìn Almunia, le mie
perplessità riguardo all'influenza sul mercato di
un'impresa che detiene il monopolio sul satellite e sulla Pay
Tv e che è anche un importante acquirente di contenuti”.

Perplessità, precisa Romani, che sembrano essere condivise anche
“dagli operatori attivi nel digitale terrestre e che hanno
risposto negativamente al test di mercato della Commissione”.
Dopo aver ribadito che il governo italiano non bloccherà in nessun
modo l'ingresso di Sky nel mercato del digitale terrestre nel
2012, il viceministro sottolinea come sia “facile intuire che un
numero di importanti operatori sarà ben lieto di sviluppare legami
con Sky in un mercato molto maturo”.

Allo stesso tempo, però, la risoluzione europea, pur pensata
“per aprire la strada ai nuovi concorrenti”, invece di
rivitalizzare il mercato dei media, rischia di favorire un unico
“monopolista mondiale”. Da ultimo – spiega Romani – “il
Governo italiano ha dimostrato di rispettare le regole europee più
dei suoi predecessori». Con Bruxelles, rivendica, «è stata
definitivamente risolta” e “negoziata con successo” la
violazione di procedura che riguardava Europa 7 e che “era stata
ereditata dal Governo di centro sinistra”.  “Piuttosto che
giudicare male Roma – conclude – sarebbe meglio venire qui per
capire”.

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