Tutti noi conosciamo l’Huffington Post (www.
www.huffingtonpost.com/) e le sue grandi capacità di mettere a
soqquadro il cortile ben chiuso (più pulito del nostro, ma ben
chiuso) dell’informazione americana.
È molto curioso vedere l’Huff (come viene affettuosamente
chiamato) congedare un suo giornalista di “sindacale”: parliamo
di “congedo” e non di licenziamento perché ovviamente Mike
Elk, l’interessato, era un “free lance”. Che colpa ha
commesso Mike Elk? Ha usato il suo accredito stampa per far entrare
200 operai dell’edilizia in una sala dove stava per svolgersi
l’assemblea di un’associazione bancaria (quelle convention un
po’ stucchevoli diffuse anche da noi) con striscioni contro una
grande impresa di costruzioni (Pulte Group), accusata di intascare
900 milioni di dollari di fondi pubblici senza creare occupazione.
Nulla di nuovo sotto il sole: con gli accrediti stampa bisogna
sempre andarci piano. Ma è interessante l’argomento usato da Elk
a sua difesa: solo provocando quella grande confusione
(abbondantemente ripresa da telecamere e fotografi) lui ha
trasformato in notizia una circostanza ignorata dai media, come i
900 milioni di dollari andati in fumo.
Insomma, ha creato la notizia per far bene il suo mestiere;
forzando il proprio accredito stampa, ha fatto trovare le parti,
inaspettatamente, l’una di fronte all’altra violando la privacy
della convention bancaria. Una trovata da reality show, con il
prevedibile contorno di striscioni, elmetti gialli, clamori,
scandalo. La brusca reazione dell’Huff manca dell’ironia che
generalmente abbonda nel sito. Senza informazioni ottenute in modo
irrituale l’Huff non esisterebbe, non ci sarebbero i blog, e
tutto sarebbe un po’ peggio di come è. Nell’era di WikiLeaks,
forse ci si poteva attendere una risposta migliore. Fra parentesi,
adesso tutti si mettono a copiare WikiLeaks. Come OpenLeaks, come
il Guardian e Al Jazeera (AJTU, Al-Jazeera Transparency Unit) che
si “mettono in proprio” a cercare e divulgare dossier senza
passare da Julien Assange, come Localeaks, sistema per inviare
anonimamente a uno degli oltre 1.400 giornali locali Usa documenti
più o meno segreti inventato da Cuny, università di New York.
Si intensificherà ancora il fenomeno del whistleblowing, cioè
delle soffiate? È lecito dubitarne: chiunque possiede qualche
segreto sarà intento – mentre noi dibattiamo – a studiare
contromisure e avvertimenti ai propri dipendenti e collaboratori.
Proprio per questo ci sarà un po’ di spazio per quei
“giornalisti d’assalto” che, prevalentemente online, cercano
e “fanno” le notizie senza aspettare pacchi di documenti
forniti dalla gola profonda di turno. Come il neolicenziato Elm.