Una buona domanda per la ripresa del lavoro dopo le ferie (?)
estive e le connesse stangate, riguarda gli impatti che la crisi
avrà sull’Ict, sull’elettronica di consumo e
sull’entertainment. Se dobbiamo ascoltare i commercianti, la
crisi e l’aumento dell’Iva al 21% dovrebbero portare a una
contrazione degli acquisti, nei quali vanno bene solo gli
smartphone e un po’ i tablet, mentre anche i televisori a schermo
piatto si sono fermati. I lamenti dunque si sprecano.
Il discorso però non è così semplice. Nella Roma del 1943-44,
con la guerra perduta, i tedeschi in casa e la Repubblica di Salò,
i teatri erano sempre pieni. Anche se il coprifuoco imponeva di
finire gli spettacoli alle 17: e questa mi sembra una delle non
molte differenze con l’oggi. Di fronte a una perdita di certezze
e a un presente troppo confuso, l’entertainment svolge una
funzione compensativa e risarcitoria, soprattutto nelle sue forme
più corali, condivise, sociali: ad esempio il cinema, lo sport
spettacolo, il teatro.
L’entertainment qui “simula” una società che è già
decomposta, tenendone – letteralmente – insieme i pezzi sugli
spalti di uno stadio. Un effetto che si prolunga ormai
nell’intrattenimento riprodotto, in casa (sul televisore) o in
situazioni decentrate (le partite su grande schermo nel pub), più
tutti i collegamenti mobili. In particolare, per quello che
riguarda l’audiovisivo, i grandi schermi piatti forniscono una
sensazione di presenza diretta all’evento che raccoglie, a suo
modo, gli effetti sociali dello spettacolo dal vivo. Si deve anche
tener conto che la crisi e conseguente stangata innescano
comportamenti di autodifesa e di risparmio.
Molti di questi passano dall’Ict. Per un acquisto consistente, la
perlustrazione su Internet (e magari l’acquisto online) alla
ricerca del miglior prezzo rappresentano una strategia che si sta
diffondendo; l’acquisto di un navigatore satellitare per
l’automobile non per trovare la strada ma per evitare gli
auovelox può costituire una scelta ragionevole. L’eBook può
diventare un modo per spendere meno nell’acquisto di libri; la
conservazione informatica dei documenti contabili (fatture,
estratti conto di carte di credito, utenze e banche) è un altro
modo. L’Ict rappresenta oggi per il cittadino tartassato o per la
piccola impresa una delle poche accessibili forme di risparmio. Non
posso fare a meno dell’auto, i trasporti pubblici non mi aiutano,
la benzina aumenta ma posso almeno cercare (ww.prezzibenzina.it) di
scoprire dove costa meno, farlo sapere agli altri e avvalermi delle
informazioni che altri, in piena “economia del dono”, rendono
disponibili per me.
Forse questo sarebbe il momento buono per la “semplificazione
amministrativa” se la classe politica non fosse tutta rivolta ad
altro, salvo trovare il tempo per diminuire gli sconti sui libri in
Internet.