SENTIERI DEL VIDEO. Venti anni di Web (e walled garden)

Pubblicato il 21 Feb 2011

Ho letto con piacere le riflessioni di Tim Berners Lee dedicate al
primo ventennio del Web
(http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=long-live-the-web).
Non è l’articolo di un qualunque geek o nerd ma di colui che, in
un ufficetto del Cern di Ginevra, il Web lo ho inventato. Si può
discutere sulla data di nascita di questa grande innovazione: nel
dicembre 1990, come Tim dice, il WWW prese forma sul suo computer.
Per noi seguaci, il Web comincia nel 1993 quando all’Università
dell’Illinois Marc Andressen e Eric Bina mettono a punto il primo
browser, Mosaic.

Fa piacere leggere, nelle parole sempre brillanti di Tim, la
riaffermazione dell’universalità del Web e l’importanza che i
suoi protocolli costitutivi, a cominciare da Html e Htpp, siano di
libero uso a tutti perché provenienti da una istituzione pubblica
di ricerca, il Cern, e non da una ditta privata alla ricerca del
profitto. Tra le minacce allo sviluppo di Internet, che Tim
individua con la lucidità dei grandi vecchi (classe 1955,
peraltro), la principale è quella della privatizzazione crescente
di Internet in walled gardens dai quali si può entrare e uscire,
ma si fa fatica a portare fuori qualcosa: si tratti di Facebook o
di iTunes.

Tutto vero, ma il grande sviluppo di Internet è dovuto non solo
alla sua universalità: ma alla combinazione fra questa e la
possibilità di recintarne dei segmenti, con accesso e uscita
regolamentati. Ho citato più in alto Andressen e Bina con Mosaic
perché già nel preistorico 1993 questa dialettica si dispiegò
con evidenza. I due lavoravano (ancora studenti!) all’Università
dell’Illinois e dunque il browser Mosaic era pubblico e di libero
uso. Pochi di noi lo hanno usato; molti di più hanno conosciuto
Netscape, derivato politicamente scorretto di Mosaic messo su da
Andressen e da una sua azienda: che si sarebbe chiamata Mosaic
Communications se l’Università dell’Illinois non l’avesse
denunciata per appropriazione indebita del marchio. Netscape ha
avuto una lunga storia di competizione con Microsoft Explorer, da
cui è uscito sconfitto sul piano commerciale, ma il suo ruolo
nella popolarizzazione di Internet è innegabile.

La rete è cresciuta per un’applicazione a pagamento, per giunta
di dubbia legittimità. iTunes ha aperto straordinarie strade al
consumo della musica online e ha messo una pezza al problema
pirateria: ma avrebbe potuto farlo se non fosse stata anche
un’accumulatrice di profitti? Credo che nessuno debba impedirmi
di costituire un walled garden o di utilizzare protocolli pubblici
per costruire un mio spazio ad accesso condizionato: in fondo, è
quello che faccio arrivando a casa, sulla strada comunale, quando
apro il cancello che immette nel giardino di casa mia. Al di là di
quello che penso io, che è trascurabile, sta di fatto che Internet
si sta evolvendo in questo modo e perché è in questo modo.

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