Ses Astra, bouquet Hd per Rai

Il direttore generale Pietro Guerrieri: “Trasmetteremo 4 canali della Tv pubblica dai 19.2 gradi Est. La nostra sfida si gioca sul campo della qualità dove l’alta definizione è il cavallo di battaglia”

Pubblicato il 16 Dic 2013

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Per Ses Astra Italia il 2013 si conclude in linea con gli obiettivi, e il 2014 sarà importante per rafforzare la posizione faro di Ses, a 19.2 gradi Est, potenziandola con l’offerta di un bouquet su misura per il pubblico italiano, continuando a puntare sull’innovazione, con l’ultra Hd, e sulla collaborazione con gli installatori, i primi punti di contatto diretti con i consumatori. A tirare le somme e illustrare i nuovi obiettivi dell’azienda è Pietro Guerrieri, direttore generale di Ses Astra Italia.

Guerrieri, qual è il bilancio dell’anno appena trascorso?

Abbiamo confermato strategie e obiettivi, consolidando la posizione a 19.2°gradi Est per il mercato italiano, sulla scia sperimentata con successo negli altri Paesi europei. La scommessa era di aprire una nuova piattaforma per l’Italia caratterizzata dall’alto livello qualitativo dell’offerta, con servizi dove l’alta definizione fosse il cavallo di battaglia.

Ci siete riusciti?

Il risultato è raggiunto. Abbiamo siglato un accordo con la Rai per la trasmissione di un bouquet Hd di 4 canali dalla nostra posizione orbitale 19.2°E. Le principali reti Rai saranno visibili, criptate e gratuite, su tutto il territorio nazionale attraverso la piattaforma TivùSat, in modalità Dual-Lnb. Questo accordo segna l’inizio di una nuova era per il settore televisivo in Italia e conferma il corretto allineamento della nostra strategia alle esigenze dei broadcaster italiani. L’impegno di Ses in Italia, fin dall’apertura della filiale romana, è sempre andato in questa direzione. Siamo onorati di poter aggiungere i prestigiosi contenuti dei canali televisivi Rai al nostro neighborhood di canali internazionali: ci siamo riusciti grazie all’affidabilità dei nostri satelliti e delle infrastrutture di terra per la diffusione dei canali del bouquet Hd di Rai.

Come si caratterizza il mercato italiano rispetto a quelli esteri?

La caratteristica principale è la frammentazione, con le limitazioni alla possibilità di fare lavoro di squadra per far crescere l’ecosistema o alcuni business. E poi il ritardo cronico sull’adozione di standard di qualità che ormai sono prassi in altri Paesi. Anomalie su cui abbiamo lavorato anche a livello di workshop con i broadcaster, per far passare il messaggio che prima di poter pensare a un ritorno per l’azienda bisogna mettere le basi per far espandere il mercato. Abbiamo puntato ad allargare gli orizzonti dei nostri interlocutori, e i risultati si stanno vedendo.

Oltre che una battaglia commerciale, quindi, è stata una battaglia culturale?

Con l’Hd abbiamo voluto sottolineare l’importanza della qualità per il business dei nostri interlocutori. Abbiamo portato in Italia l’esperienza maturata in Germania, per mostrare come i colossi stranieri si siano mossi per mantenere il proprio valore aggiunto, puntando sulla qualità. Sul mercato tedesco, dove come in Italia è presente più di una piattaforma in modalità pay tv, abbiamo creato una sinergia tra i maggiori broadcaster privati e altri tipi di offerta in Hd in modalità gratuita, con tre milioni di famiglie che si sono dotate di questi dispositivi. Poi abbiamo aderito alle agenzie più prestigiose, come l’Hd Forum Italia, per far passare l’importanza della qualità come argomento di sensibilizzazione nell’offerta tv. Un messaggio recepito, e i cambiamenti si vedono, ad esempio nelle nuove offerte in Hd della tv pubblica.

Che indicazioni arrivano dal mondo dei consumatori?

I nostri interlocutori principali sono gli editori, ma abbiamo il polso della situazione, grazie al fatto che i nostri partner sul territorio sono gli installatori, “agenti” che recepiscono le sensazioni del mercato diretto, e che ci confermano i numeri delle ricerche di mercato. Con loro abbiamo stabilito un programma intenso nel 2013, e continueremo nel 2014: perché lo consideriamo un punto essenziale di partnership e di marketing.

Come procedono i test sull’Ultra Hd?

Se è difficile far crescere un ecosistema già maturo, come per l’Hd in Italia, immaginiamo quanto sia più difficile farlo su nuovi formati, che richiedono upgrade in tutta la filiera. Da più di un anno, in anteprima europea, siamo attivi con i test sperimentali di Ultra Hd, utilizzando il nuovo algoritmo di compressione Hevc. Per la commercializzazione in scala dovremo però aspettare diversi anni: perché l’Hevc arrivi sul mercato saranno almeno necessari due o tre anni, e per una diffusione di massa dell’Ultra Hd ne prevediamo almeno 10, che sono comunque un tempo dimezzato rispetto a quello che era stato necessario per l’adozione dell’Hd.

Quali sono le sfide che vi troverete ad affrontare nel 2014?

La principale è quella di proseguire nell’affermazione della posizione 19.2 E anche per l’Italia. Si tratta della posizione faro in Europa. Dai nostri satelliti Astra vengono già trasmessi più di 850 canali Tv, di cui oltre 150 in Hd, e da oggi abbiamo anche un bouquet di canali in lingua italiana, che faranno da volano per lo sviluppo della posizione.

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