Si sgonfia Groupon: dimezzata la valutazione Ipo

La società abbassa la stima a 12 miliardi di dollari contro i precedenti 20-25. Domani il roadshow, ma gli analisti dubitano sul modello di business e sulle revenue del sito

Pubblicato il 20 Ott 2011

Groupon abbassa il tiro. La debolezza dei mercati, ma soprattutto
ragioni strategiche, spingono il sito divenuto famoso in tutto il
mondo con la vendita di buoni-sconto, a cercare una valutazione di
meno di 12 miliardi di dollari per la sua offerta pubblica
iniziale, circa la metà di quanto preventivato all'inizio,
secondo fonti vicine all’azienda sentite dal Financial Times.

Groupon, che farà partire il suo roadshow domani, venerdì 21
ottobre, avrebbe anche intenzione di vendere solo circa il 10%
delle sue azioni sul mercato, un “floating” considerato
relativamente piccolo, ma con un approccio che ricalca l’Ipo di
LinkedIn di inizio anno. La quotazione del social network per
professionisti è stata un successo: le azioni di LinkedIn hanno
quasi triplicato il valore nella prima giornata di contrattazioni e
la scarsità di azioni offerte, hanno detto gli analisti, ha
incentivato la domanda.

A spingere Groupon a modificare gli obiettivi per la sua Ipo è
anche il fatto che molti analisti hanno messo di recente in dubbio
il suo modello di business, erodendo l’entusiasmo degli
investitori rispetto a inizio anno, quando il sito ha presentato
per la prima volta domanda per l’Ipo, cercando allora una
valutazione di 20-25 miliardi di dollari.

“Dire che Groupon ha perso lo smalto e l’attrattiva iniziale è
un eufemismo”, afferma Scott Sweet, senior managing partner di
Ipo Boutique, società di advisory. “La domanda prima era alle
stelle, oggi è molto tiepida. Per me anche un target di 10-12
miliardi è troppo ambizioso”.

Nonostante la perdita di interesse di molti investitori, Groupon
cerca comunque una valutazione simile ad altre società del social
networking, sperando nel residuo entusiasmo di chi crede nel
cosiddetto “secondo Internet” (che per altri però potrebbe
anche trasformarsi nella seconda bolla delle dotcom).

A 12 miliardi di dollari, Groupon verrebbe valutata circa 38 volte
il fatturato dello scorso anno, più o meno in linea con la
valutazione attuale di LinkedIn. Pandora, il servizio musicale in
streaming, viene scambiato a circa 17 volte il valore delle
revenues dell’anno scorso. Zynga, invece, è ancora in attesa di
quotarsi: l'Ipo è prevista "presto", ma la società
non ha fissato date per il roadshow. La società dei social games
si valuta 11,5 miliardi di dollari nei documenti presentati al
regolatori, quasi 20 volte le vendite del 2010.

Le esatte revenues di Groupon sono in realtà oggetto di dibattito,
nota il Financial Times. La Sec, il regolatore della Borsa
americana, ha chiesto all’azienda di rivedere le cifre presentate
al momento della richiesta per l’Ipo e, dopo la correzione, le
vendite 2010 di Groupon risultano di 313 milioni di dollari, contro
i precedenti 713 milioni.

La società ha perso 223 milioni nel primo semestre del 2011, ma
perdeva 413 milioni l’anno scorso, mentre gli iscritti al sito
sono in continua crescita: 115 milioni a giugno, contro 50 milioni
alla fine dell’anno scorso. La concorrenza è però sempre più
agguerrita, con siti come LivingSocial e tentativi di colossi come
Facebook e Google di entrare in business simili.

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