I siti web cinesi su Internet sono diminuiti del 41% nel 2010. A
dirlo uno studio dell'Accademia cinese delle scienze sociali
(Cass), secondo cui la causa è da attribuirsi alle severe misure
di controllo messe in atto dalle autorità.
Lo studio della Cass – un istituto di ricerca governativo – mette
in evidenza che il numero totale delle pagine visibili sulla rete
è aumentato del 78,6%. La Cina ha il numero più alto del mondo di
utenti di Internet: 457 milioni secondo le rilevazioni più
recenti. La censura ha lanciato una vasta offensiva nel 2009,
creando la cosiddetta ''muraglia di fuoco'' che
impedisce l' accesso ad un vasto numero di siti considerati
''scomodi'': si tratta di alcuni siti porno ma
anche di quelli delle organizzazioni umanitarie internazionali,
degli esuli cinesi critici del governo e dei siti di comunicazione
sociale come Facebook, Twitter e Youtube.
Secondo la Cass, nonostante che ''i nostri regolamenti
siano stati rinforzati'', in Cina esiste ''un alto
livello di libertà di espressione sulla rete''. L'
esperto di media dell' Accademia Liu Ruisheng, presentando il
rapporto, ha sottolineato che i siti che consentono di aprire dei
''microblog'' sono passati passato da 17 nel
gennaio 2010 a 88 nel dicembre dello stesso anno. Il totale dei
''microblog'' era di 63 milioni alla fine
dell'anno scorso.