Grandi manovre sul fronte TV in Italia, ma non solo. Con una mossa a sorpresa Mediaset e Sky siglano uno storico accordo sui contenuti: la pay-Tv di Mediaset Premium porta i suoi canali di cinema e serie tv nel catalogo satellitare del gruppo controllato da Murdoch, mentre Sky sbarca nel digitale terrestre – anche con parte della sua programmazione sportiva – dove potrà portare la propria offerta appoggiandosi alla capacità trasmissiva di Ei Towers.
Per Sky si tratta dell’ultima mossa destinata a dare uno scossone al mercato italiano: da un lato la partnership prepara il terreno al consolidamento delle pay-TV, dall’altro chiude il cerchio aperto dall’accordo appena annunciato con Open Fiber. Gli effetti potranno essere molteplici, a partire dal mondo dei media che vede a questo punto cambiare definitivamente le carte in tavola, con il tramonto del sogno di Bollorè sul “polo mediterraneo” dell’audiovisivo. Una strategia che aveva come punto di snodo proprio quell’alleanza con Mediaset prima annunciata e poi naufragata in un contenzioso legale in cui il biscione ha prima chiesto danni miliardari e ora assesta un ulteriorire colpo ai rivali alleandosi con il polo concorrente. Ma il cambiamento riguarda anche i broadcaster, costretti a fare i conti con un player abituato a giocare su fronti internazionali e dotato di forti risorse, e le telco spiazzate dall’annunciato accordo di Sky con Open Fiber, che apre a un modello di business inedito per il nostro Paese.
A dimostrare che il panorama televisivo italiano sia radicalmente cambiato nel volgere di poche ore concorre anche un’altra vicenda: il fatto cioé che Mediapro abbia rimandato l’annuncio dei nuovi pacchetti per i diritti televisivi della serie A per il triennio 2018-2021, attesi proprio a ridosso della Pasqua. Sembrava tutto in dirittura d’arrivo, quando l’annuncio dell’alleanza Sky-Mediaset ha imposto un supplemento di riflessione alla casa catalana, chiamata – dopo ave sborsato 1,05 miliardi di euro per la serie A – a rivendere il prodotto ai player interessati. La nuova partnership infatti potrebbe mettere a rischio il “modello di business” che Mediapro aveva immaginato quando, acquisiti i diritti, quella tra Mediaset e Sky era ancora una situazione di concorrenza serrata.
L’intesa arriva quindi in un momento di turbolento assestamento nello scenario dei media: al centro Mediaset alle prese con una crisi ingigantita dallo scontro con la francese Vivendi su Premium che la nuova alleanza con Sky contribuisce a “sgonfiare”: la stessa alleanza avrà un effetto a farfalla anche sulla complessa partita Tim. Ma è in realtà l’intero settore ad essere attraversato da movimenti tellurici di fronte al peso crescente degli Over the top – Netflix in testa – che stanno costringendo i broadcaster a rivedere i propri modelli di business. Non è finita qui: il tutto si gioca a sua volta all’interno di uno tsunami tutto italiano: il lungo processo in vista dell’asta per il 5G, che costringerà le emittenti – vedi legge di Bilancio – a uno storico “trasloco” delle emittenti dalle frequenze finora occupate ad altre bande più “ristrette”, così da liberare il campo agli operatori di Tlc per la costruzione della futura rete mobile.
L’accordo annunciato oggi copre più fronti: a parte l’avvio a breve dello ‘scambio’ di piattaforme, con la presenza di Mediaset sul satellite che dovrebbe arrivare prima dello sbarco di Sky nel digitale che è previsto entro giugno, il Biscione potrebbe valutare l’opportunità di “ampliare il perimetro della partnership con Sky Italia all’area ‘operation pay’ – dice una nota di Mediaset – e cioè ad ambiti come la manutenzione tecnica, l’accesso condizionato, l’assistenza ai clienti, le attività commerciali e altre analoghe attività operative così da poter conseguire, in futuro, ulteriori benefici economici”.
E Mediaset ha “ottenuto da Sky Italia il diritto di opzione senza obblighi di esercizio a cedere all’operatore satellitare, in una finestra temporale compresa fra novembre e dicembre 2018, l’intera partecipazione in una ‘newco'” nella quale potrebbe venir conferito da Premium il ramo d’azienda costituito dalla sua piattaforma tecnologica, appunto l’area ‘operation pay'”. L’eventuale esercizio del diritto di vendita non comporterà comunque “alcuna discontinuità all’attività di Mediaset Premium che continuerà a gestire la propria offerta e la propria base clienti”, sottolinea il Biscione.
Intanto i nove canali di cinema e serie tv finora disponibili solo su Mediaset Premium saranno visibili agli abbonati Sky via satellite senza costi aggiuntivi, con Sky ‘on demand’ che arricchirà il suo catalogo di nuovi film e serie di altre major hollywoodiane.
Sky inoltre creerà una sua offerta pay per il digitale terrestre basata sulla capacità trasmissiva di Mediaset sulla base dell’affitto di banda sui multiplex gestiti dalla controllata Ei Towers. “L’accordo strategico siglato oggi da Sky e Mediaset è ricco di buone notizie per gli amanti della televisione”, commenta Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia, che ha firmato l’intesa con il suo omologo del Biscione, Pier Silvio Berlusconi.
Per quanto riguarda Mediaset, sul fronte più prettamente televisivo i canali di cinema e serie di Premium diventando visibili anche per i clienti della piattaforma satellitare Sky Italia, genereranno un aumento dell’audience “con ripercussioni positive sui ricavi pubblicitari”, specifica Mediaset.
“Dopo il lancio di Sky Q e l’annuncio della partnership con Netflix – aggiunge Zappia – l’accordo conferma la determinazione di Sky di offrire la miglior esperienza televisiva possibile agli italiani. L’altra ottima notizia è per chi invece non è ancora cliente Sky: grazie a questa nuova partnership offriremo ancora più libertà di scelta a coloro che vogliano accedere alla PayTV, lanciando a giugno una offerta pensata per il digitale terrestre”.