CALCIO IN TV

Stangata sullo streaming pirata in UK: condanne per 17 anni di carcere

I tre membri delle organizzazioni sono stati condannati a una delle pene più dure mai decisa per questi reati, per aver offerto a locali pubblici e privati cittadini accessi illegali alla visione dei match della Premier league. Arrivando a guadagnare più di 5 milioni di sterline

Pubblicato il 22 Mar 2019

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E’ una delle condanne più dure mai emesse da un tribunale britannico nei confronti dei “pirati” dello streming delle Pay tv. 17 anni di carcere in tutto per tre truffatori, che hanno risposto dell’accusa di cospirazione e tentata frode. Steven King a capo del gruppo, Paul Rolston e Daniel Malone dovranno scontare rispettivamente 7 anni e 4 mesi di reclusione, sei anni e 4 mesi e 3 anni e tre mesi di carcere. A emettere la sentenza nel giro di quattro settimane è stata la Warwick Crown Court, che ha verificato come Dreambox, Dreambox TV Limited e Digital Switchover Limited, abbiamo fornito negli ultimi 10 anni tramite Internet l’accesso ai contenuti coperti dal copyright della Premier League e di cui non avevano i diritti di trasmissione a centinaia di pub e locali pubblici in Inghilterra e in Galles, oltre che a privati cittadini, arrivando a guadagnare nel tempo più di 5 milioni di sterline.

“La decisione odierna ha fornito ulteriori prove del fatto che la legge raggiungerà società e privati ​​che frodano i proprietari dei diritti e violano il copyright. Le sentenze qui riportate riflettono la gravità e l’entità dei crimini. L’utilizzo di questi servizi è illegale e i fan dovrebbero essere consapevoli – afferma Kevin Plumb, direttore dei servizi legali per la Premier League – Rischiano inoltre di essere vittime di frodi o furti di identità trasmettendo dati personali e dettagli finanziari. L’investimento della Premier League in tecnologie all’avanguardia, combinato con azioni anti-pirateria di vasta portata significa che non è mai stato più difficile per la pirateria calcistica operare nel Regno Unito”.

“Il risultato di questo caso dimostra che lo streaming illegale e l’accesso illegale alla Premier League è un crimine grave – aggiunge Kieron Sharp, direttore generale della Federation Against Copyright Theft – Si trattava di un’azione criminale la cui unica funzione era di fare soldi distruggendo la Premier League e le legittime emittenti. Per quelle persone che usano servizi come questo, non pensate che questa sia un’area grigia, non lo è. Non pensate che sia un crimine senza vittime, non lo è, mette a rischio il lavoro di migliaia di persone comuni. Non pensare che internet offra anonimato, non lo fa”.

A commentare la sentenza interviene anche Gaetano Miccichè, presidente della Lega serie A: “In Italia siamo sulla strada giusta da un po’ di tempo – commenta – Da noi sono circa 2 milioni coloro che utilizzano siti pirata e di fatto rubano denaro a tutto il mondo del calcio. Noi siamo intervenuti in diverse maniere, anche con Sky e Dazn, in queste ultime settimane abbiamo ricevuto un supporto straordinario e positivo da parte della magistratura italiana e abbiamo ottenuto interventi decisissimi che creano disposizioni ferree e di grande rapidità ai provider per impedire immediatamente l’utilizzo di questi siti. Siamo sulla buona strada anche se c’è ancora molto da fare”.

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