Il decreto Bondi sull’equo compenso è in contrasto con la
normativa europea. Lo dicono quattro europarlamentari Pd (Gianluca
Susta, Gianni Pittella, David Sassoli e Luigi Berlinguer) che in
un'interrogazione
alla Commissione Ue chiedono l'intervento di Bruxelles dal
momento che la normativa comunitaria sul diritto d'autore
prevede "che il compenso debba essere applicato solo agli
apparati che abbiano significative finalità di riproduzione di
copie a fini privati e, quindi, non anche ai cellulari, ai pc senza
masterizzatori, ai decoder che invece vengono assoggettati a
tassazione".
Gli eurodeputati chiedono quindi alla Commissione di adottare
"interventi, anche regolamentari, che favoriscano forme di
remunerazione delle opere che da un lato garantiscano i legittimi
diritti d'autore e dall'altro promuovano la massimizzazione
dello sfruttamento delle stesse secondo le possibilità offerte
dallo sviluppo tecnologico".
E' stato anche lanciato l'allarme sui freni
all'innovazione e alla cultura che potrebbero derivare dal
decreto che estende l'equo compenso (finora pagato solo per
masterizzatori e supporti come cd e dvd) a tutti i dispositivi
dotati di memoria: pc, cellulari, lettori mp3, decoder.
"E' una misura che, tassando in maniera iniqua i prodotti
dell'industria elettronica, limita la diffusione della cultura
e blocca lo sviluppo degli strumenti digitali a danno dei
consumatori italiani", denunciano i quattro eurodeputati.