"I timori espressi dalle emittenti locali, nelle Regioni dove
già è avvenuto lo switch-off per la conversione
dall'analogico al digitale, ci obbligano a valutare con
attenzione le eventuali ricadute in negativo derivanti dalle
applicazioni su tutto il territorio nazionale della direttiva
dell'Agcom che escluderebbe le emittenti regionali dalla
sintonizzazione nei nove tasti del telecomando". L'appello
è del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ai
presidenti delle altre Regioni per portare avanti un'azione
unitaria ("siamo per un federalismo televisivo") nel
contenzioso aperto con Agcom.
Il governatore – che domani pomeriggio incontrerà a Roma il
presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò – ricorda agli altri
presidenti di Regioni che il sistema digitale terrestre, è già
operativo in Sardegna e altre cinque Regioni (Valle d'Aosta,
Piemonte occidentale, Lazio, Campania e Trentino Alto Adige) e che
il processo di diffusione del sistema digitale a tutto il
territorio nazionale si concluderà entro il 2012, così come
richiesto dall'Ue.
'Le decisioni di oggi – osserva il presidente della Giunta –
rischiano di condizionare il futuro finanziario-imprenditoriale
delle televisioni regionali e dell'insieme dell'emittenza
locale, uno dei cardini del pluralismo
dell'informazione'.
Cappellacci sottolinea che, dai dati ufficiali dell'Auditel, si
evince come le emittenti locali siano presenti in grandissima
maggioranza nei tasti 8 (media 85,80%) e 9 (media 90,30%) del
telecomando degli italiani. 'Il posizionamento
dell'emittenza locale nei primi 9 tasti del telecomando e',
da un punto di vista economico, un 'bene intangibile'
equiparabile all'avviamento d'impresa. La retrocessione
della posizione, dai numeri 8 e 9, comporterebbe un calo di
ascolti, traducibile in una diminuzione della raccolta
pubblicitaria, mettendo a serio rischio l'esistenza delle
imprese e delle loro professionalita', incidendo negativamente
sul sistema democratico del nostro paese'.