Tra gli italiani si registra uno zoccolo duro di scettici verso le nuove tecnologie, con una percentuale del 67% che giudica “troppo veloci” i progressi che il mondo hi-tech sta facendo negli ultimi anni. Un dato che si collega strettamente a quello che vede l’80% degli italiani “sfiduciati” verso la politica e le istituzioni, che a loro modo di vedere non riescono a comprendere bene la portata delle tecnologie emergenti, e di conseguenza non riescono a regolamentarle in modo adeguato. Un dato significativo se si considera che è più alto rispetto a quello registrato in altri Paesi paragonabili all’Italia, come la Francia, dove la percentuale degli “scettici” si ferma al 61%, e alla Germania, dove arriva al 75%. La rilevazione emerge dalla ventesima edizione dell’Edelman Trust Barometer, indagine sul tema della fiducia verso aziende, media, governo e associazioni non governative realizzata annualmente dall’agenzia di comunicazione Edelman su scala globale, che si basa su un campione di 34mila persone in 28 Paesi. A presentare la ricerca sono stati oggi Fiorella Passoni, amministratore delegato di Edelman, Giorgio Mosca, senior vice president institutional relations/ think-tanks & Associations di Leonardo, Massimo Sebastiani, caporedattore centrale dell’agenzia di stampa Ansa, Marco De Amicis, responsabile delle relazioni istituzionali di Save The Children e Roberto Arditti, direttore di Formiche.
Dalla ricerca, rimanendo sempre nel campo delle nuove tecnologie, emerge anche che il 76% degli italiani è preoccupato delle fake news e del fatto che possano essere usate come armi: il dato è in crescita di sei punti percentuali rispetto a due anni fa, e anche in questo caso è più alto rispetto a quanto registrato in paesi come Francia e Germania. Nonostante la fiducia verso i media sia in crescita nel nostro Paese, e si attesti al 49% del campione, secondo valore più alto nell’area Ue, il 63% degli intervistati teme che i mezzi di comunicazione possano essere contaminati da notizie inattendibili (contro il 57% su scala globale). A registrare il maggio grado di scetticismo nel nostro Paese sono i social, che perdono 3 punti percentuali rispetto all’ultima edizione del report e il 14% rispetto al 2012, mentre la fiducia nei media tradizionali è cresciuta dal 57 al 65%.
Più in generale dal report di Edelman emerge un paese in chiaroscuro nel quale la fiducia continua a crescere, con tre punti percentuali in più rispetto allo scorso anno e il secondo posto in Europa dopo l’Olanda, e che assegna un ruolo molto importante agli amministratori delegati nel guidare il cambiamento. Per il 61% degli intervistati il capitalismo è un fattore più negativo che positivo nel mondo, mentre l’Italia è al primo posto tra tutti i paesi analizzati nel considerare la delocalizzazione come ragione principale di perdita del posto di lavoro.
“La ventesima edizione dell’Edelman Trust Barometer mette in evidenza il rafforzamento di un trend che dura da diversi anni e in base al quale le aziende si confermano la realtà più considerata in termini di fiducia e agli amministratori delegati si richiede un ruolo dinamico e propulsivo nella guida del cambiamento e prese di posizione forti sui grandi temi dell’economia e del lavoro – commenta Fiorella Passoni – I dipendenti aziendali ripongono fiducia nei propri datori di lavoro ma si aspettano di essere più coinvolti nelle decisioni e nella pianificazione. In questo quadro, il campione ha chiaramente manifestato la necessità di un dialogo costante tra aziende, media, Governo e associazioni non governative per affrontare le sfide e i cambiamenti che interessano l’economia e la società”.