Raccolta dati protetta e numerazione dei canali sul telecomando. Sono i due focus a cui punta l’applicazione “made in Italy” che potrebbe fare da chiave di volta tecnologica ad aspetti delicatissimi del mercato audiovideo, da anni all’ordine del giorno delle agende politiche e regolamentari. Primo aspetto, la raccolta dati: la soluzione crea una “cassaforte” che racchiude il profilo dell’utente, andando in questo modo incontro sia alle esigenze del mercato, sempre più orientato a sfruttare la “miniera d’oro” delle informazioni, sia alle indicazioni improntate al rispetto della privacy in arrivo dalle autorità europee.
A differenza di quanto succede nel mondo Web, terreno di caccia selvaggia al dato dell’utente da parte dei grandi operatori di Internet e difficilmente regolamentabile, l’applicazione memorizza “sul posto”, all’interno del decoder, il profilo. Che viene così messo in sicurezza dal momento che rimane all’interno delle mura domestiche: il telespettatore diventa dunque titolare di un piccolo patrimonio di dati (le informazioni sulle proprie abitudini di “zapping”, gusti, interessi), che potrebbe rivestire particolare valore per il mondo del marketing.
Lo stesso sistema Auditel, che si basa su un campione limitato di telespettatori, potrebbe essere interessato alla soluzione. Ma anche broadcaster e operatori di marketing. “È importante sottolineare – ribadiscono i tre ingegneri inventori di MySmart Tv – che le informazioni sulle preferenze dei telespettatori automaticamente identificate non sono pubbliche: l’applicazione memorizza queste informazioni, ma sarà soltanto il telespettatore, qualora lo desideri, a cedere le informazioni relative alle proprie preferenze a chiunque ne sia interessato”.
Secondo aspetto, la “guerra del telecomando”, vecchia questione tutta italiana, spina nel fianco di Agcom fin dai primi tempi dello switch off e tuttora miniera di ricorsi (l’ultimo di giugno 2012): una fra le tante patate bollenti con cui dovrà misurarsi la nuova autorità presieduta da Angelo Cardani. La soluzione promette di dare un colpo d’ala tecnologico, del tutto in linea con i principi stabiliti dalla stessa Agcom (ogni utente deve avere la libertà di riorganizzare la lista dei canali secondo le preferenze individuali), e bypassando aggiustamenti “calati dall’alto” che rischiano di penalizzare nuove emittenti – quasi impossibili da trovare nel mare magnum dell’offerta digitale – o le più piccole.
Non a caso il tema Lcn è balzato recentemente di nuovo in primo piano con la recente minaccia di class action da parte del Comitato radio tv locali perché “relega quasi tutte le Tv locali agli ultimi posti del telecomando, per mettere prima di loro programmi nazionali anche di sole televendite e giochi d’azzardo”. MySmartTv fornisce di fatto all’utente uno strumento semplice, trasparente ed immediato per riordinare la lista dei canali secondo i propri gusti: risponde infatti perfettamente all’esigenza di assegnare a ciascuna emittente un “tasto” scelto dall’utente, rispettando la sua libertà di riorganizzare la lista dei canali secondo le preferenze individuali. E questa libertà deve essere riconosciuta a tutti: lo scopo ultimo di MySmartTv è quello di rendere facile il digitale terrestre anche a quelle persone per le quali il solo riordino manuale dei canali o la loro sintonizzazione rappresenta una sfida insuperabile.
Il “canale virtuale” che si viene a creare a partire dalla profilazione del telespettatore bypassa qualunque tipo di numerazione “regolamentare” e permette, oltre a una numerazione in linea con ogni componente del nucleo familiare, di avere dunque un impatto decisivo sul mercato delle emittenti televisive locali o non generaliste.