TikTok non ci sta a rinunciare senza combattere. La società ha annunciato che impugnerà l’ordine esecutivo emesso il 14 agosto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con cui quest’ultimo obbliga, di fatto, la casa madre ByteDance a cedere, entro 90 giorni, le attività di TikTok a una società americana. Il 6 agosto Trump aveva emesso un ordine esecutivo attraverso cui ha bandito le transazioni commerciali fra società statunitensi e ByteDance.
La motivazione che spinge il presidente degli Stati Uniti è la stessa che continua a supportare la crociata di contro Huawei: TikTok rappresenterebbe un rischio per la sicurezza nazionale e la privacy degli utenti. La società potrebbe, secondo gli Stati Uniti, passare i dati dei cittadini americani al governo cinese.
“Per assicurare che la legge non venga elusa e che la nostra società e i nostri utenti siano trattati in modo equo, non abbiamo altra scelta che impugnare l’ordine esecutivo attraverso il sistema giudiziario” ha detto la società in una nota ufficiale. Secondo TikTok, non c’è stato un “giusto processo”: l’atto politico di Trump ha negato ogni altra possibilità di trovare un compromesso soddisfacente per entrambe le parti in causa. TikTok sostiene, infatti, di aver cercato un accordo per circa un anno, ma senza risultati.
Nel frattempo, proseguono le trattative per configurare la cessione dell’attività di TikTok negli Stati Uniti. Si sono già fatte avanti Microsoft e Oracle, interessate a gestire il servizio nel loro Paese. In Europa e in Cina, ByteDance resterà, invece, proprietaria della piattaforma video.
Intanto secondo indiscrezioni alcuni investitori di ByteDance, inclusa la società di investimento General Atlantic, stanno gareggiando per possedere grosse partecipazioni nelle attività di TikTok in vendita. Secondo il loro piano di ristrutturazione, Microsoft o Oracle potrebbero ricevere una quota di minoranza nelle attività, hanno aggiunto le fonti.
L’alert di Zuckerberg nel 2019
Secondo il Wall Street Journal inoltre lo scorso autunno il ceo di Facebook Mark Zuckerberg avrebbe più volte messo in guardia Washington su TikTok. In diversi incontri con funzionari e parlamentari durante un viaggio a Washington in ottobre, e in una visita separata in città alcune settimane prima, Zuckerberg avrebbe sostenuto che le società tecnologiche cinesi, e in particolare TikTok, rappresentano una pericolo per la supremazia tecnologica e i valori americani. In una cena alla Casa Bianca a fine ottobre, prosegue il quotidiano, Zuckerberg avrebbe detto a Trump che l’ascesa delle aziende hi-tech cinesi minaccia gli affari americani, e dovrebbe rappresentare una preoccupazione più grande rispetto al controllare Facebook. Zuckerberg avrebbe inoltre discusso specificatamente di TikTok con alcuni senatori. Tra questi Tom Cotton – incontrato a settembre dal fondatore di Facebook – a fine ottobre insieme al collega Chuck Schumer ha scritto una lettera all’intelligence Usa chiedendo un’inchiesta su TikTok. Subito dopo, si legge nella ricostruzione del Wall Street Journal, il governo ha avviato un’indagine di sicurezza nazionale sull’applicazione, e in primavera Trump ha iniziato a minacciare di vietare l’app fino ad arrivare, il 15 agosto, al decreto che obbliga ByteDance, proprietaria della app, a vendere le attività americane di TikTok