MULTIPLEX

TiMedia non ci sta: “Per Persidera offerte troppo basse”

Il cda sceglie di non andare avanti per il momento nella valorizzazione della propria partecipazione nell’asset dei Mux: “Risultati non in linea con le attese”. Prosegue intanto l’integrazione operativa di Rete A

Pubblicato il 15 Gen 2015

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I risultati del processo di valorizzazione di Persidera “ad oggi ottenuti non sono in linea con le attese e pertanto non sono prevedibili in questa fase operazioni di cessione della partecipazione detenuta”. E’ la decisione assunta oggi dal Consiglio di amministrazione di Telecom Italia Media, che si è riunito oggi sotto la presidenza di Severino Salvemini.

Nella stessa seduta del board, si legge in una nota di Telecom Italia Media, a seguito dell’incorporazione di Rete A, “Persidera sta concludendo con successo il processo di integrazione operativa che porterà effetti positivi in termini di efficienza”.

Le voci che lasciavano intendere che l’asta per la cessione dei multiplex che Telecom Italia detiene insieme al gruppo L’Espresso tramite la joint venture Persidera non stesse suscitando grande attenzione negli investitori si era iniziata a diffondere già all’inizio di dicembre, con il Sole24ore che aveva riportato che agli advisor Banca Imi e Mediobanca fino a quella data fosse pervenuta soltanto un’offerta preliminare, quella del private equity Clessidra. Una proposta, quella di Clessidra – secondo quanto ricostruiva il quotidiano, tra l’altro lontana dalla cifra che Telecom e il gruppo editoriale pensavano di poter ottenere, vicina ai 500 milioni di euro. Circostanza che, secondo i rumor che avevano iniziato a circolare in quei giorni avrebbe contribuito ad aprire una riflessione sull’eventuale congelamento della procedura.

Persidera, in cui sono confluite le infrastrutture tv di Telecom e dell’Espresso, è partecipata al 70% da TiMedia e al 30% dal gruppo editoriale, e conta su tre multiplex provenienti da di Telecom e due dall’Espresso per la trasmissione del segnale Tv. Secondo le previsioni iniziali l’operazione avrebbe dovuto concludersi entro la fine del 2014, registrando l’entrata in società di un nuovo importante partner societario, o la cessione completa degli asset al nuovo entrato.

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