L’ANNUNCIO

Twitter, Musk: “Pagamento mensile per tutti gli utenti”

Si profila la modalità in abbonamento: “È l’unico modo che mi viene in mente per combattere vasti eserciti di robot”. Si assisterà a un fuggi fuggi dalla piattaforma? Intanto la pubblicità cala del 50% e il flusso di cassa resta negativo

Pubblicato il 19 Set 2023

X twitter

La piattaforma X, ex Twitter, potrebbe diventare a pagamento, muovendosi sulla falsariga di Netflix, Disney, Amazon, Walmart e numerosi altri servizi e piattaforme online. Lo ha affermato Elon Musk, da circa un anno proprietario del social network, in una conversazione con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in visita negli Stati Uniti.

Questo, a detta dell’imprenditore, sarebbe l’unico modo per evitare i “vasti eserciti di bot” attivi sulla piattaforma, ovvero meccanismi automatici che simulano il comportamento umano sui social network, ad esempio per amplificare artificialmente i messaggi politici o alimentare l’odio razziale. “Ci stiamo muovendo verso un piccolo pagamento mensile per l’utilizzo del sistema”, queste le parole del capo di Tesla e SpaceX. Non è chiaro se si tratti solo di un commento improvvisato o di un piano concreto che deve ancora essere ufficialmente annunciato.

“Verso un piccolo pagamento mensile”

Dell’ipotesi si è parlato a seguito di un commento del primo ministro israeliano,  il quale ha sollevato la questione dell’antisemitismo online e di come X potrebbe “impedire l’uso di bot, eserciti di bot, per riprodurlo e amplificarlo”. Musk ha allora risposto che l’azienda si sta “muovendo verso un piccolo pagamento mensile: l’unico modo che mi viene in mente per combattere vasti eserciti di robot”, ha detto. “Perché un robot costa una frazione di centesimo, chiamiamolo pure centesimo, ma se qualcuno deve pagare anche pochi dollari, una cifra minima, il costo effettivo dei robot è molto alto. E poi bisogna anche avere un nuovo metodo di pagamento ogni volta che si ha un nuovo robot”.

La conversazione, trasmessa su X, ha avuto luogo mentre il capo di Tesla Motors è coinvolto in una disputa con l’Anti-Defamation League (Adl), un’organizzazione ebraica con sede negli Stati Uniti. Musk ha accusato l’Adl di aver lanciato accuse infondate di antisemitismo che hanno spaventato gli inserzionisti e danneggiato le entrate della sua azienda, e ha minacciato di farle causa per miliardi di dollari.

Pericolo di fuga dalla piattaforma?

Da quando ha preso il controllo di TwitterMusk ha cercato di incentivare gli utenti a pagare per un servizio migliorato, che ora si chiama X Premium, a 8 dollari al mese. Ciò è stato fatto offrendo agli abbonati paganti più funzionalità, come post più lunghi e maggiore visibilità sulla piattaforma. Tuttavia, attualmente è ancora possibile utilizzare il social gratuitamente. Il rischio è che mettendo X a pagamento si possa perdere una grossa fetta di utenti. Ciò, a sua volta, potrebbe ridurre le entrate pubblicitarie, che attualmente rappresentano la stragrande maggioranza dei proventi dell’azienda.

Nessun dettaglio su tempistiche e tariffe

Musk non ha comunque fornito ulteriori dettagli sull’ipotesi, ad esempio in merito alle tempistiche o alle tariffe per gli utenti. Non ha neanche fornito un’indicazione dell’entità del problema rappresentato dai falsi profili di utenti, che ha periodicamente denunciato sin da prima di acquistare la piattaforma. Il miliardario ha però sostenuto che X sia riuscita a recuperare in parte il terreno perduto dopo l’acquisizione dello scorso anno, sino a guadagnare 550 milioni di “utenti mensili”.

Pubblicità in calo del 50%, flusso di cassa negativo

Intanto gli ultimi dati, pubblicati dallo stesso Musk a luglio, rivelano che su Twitter pesano un calo del 50% delle entrate dalla pubblicità e un forte carico di debiti: deluse quindi le aspettative che Twitter potesse raggiungere un flusso di cassa positivo prima a marzo, e poi entro giugno.  Musk ha rilevato Twitter nell’ottobre dello scorso anno con un accordo del valore di circa 44 miliardi di dollari, di cui circa 13 miliardi di debito, e ha venduto miliardi di dollari delle sue azioni Tesla in parte per finanziare quell’affare.

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