Un altro passo nel Dtt Piemonte, debutto a metà

Pubblicato il 21 Mag 2009

“Non dobbiamo distruggere l’emittenza locale passando al
digitale. Ma chi ha fatto il furbo, magari inventandosi un
canaluccio sul tetto di casa, non avrà quello che non gli
compete”. E’ una rassicurazione condizionata quella lanciata
dal viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani alle decine di
emittenti locali riunite a Roma nel Forum organizzato da
Aeranti-Corallo. Mentre la nuova tecnologia debutta fra molte
difficoltà in Piemonte e mentre la Sardegna, a sette mesi dallo
switch off, lancia un allarme sulle disfunzioni del segnale, Roma
fa il punto sul controverso passaggio tecnologico che a fine 2012
dovrebbe entrare nelle case di 23 milioni di famiglie italiane.
Controverso perché, alle questioni regolamentari ancora aperte
(sul nodo delle frequenze), si sommano i problemi caldissimi
legati alla competizione Mediaset-Sky che sta coinvolgendo una
Rai in piena tempesta-nomine, le polemiche sul decollo della
piattaforma satellitare Tivù (Rai-Mediaset-Telecom Italia), le
problematiche tecniche legate alla migrazione (quanti e quali
decoder? Antenne riutilizzabili?). Il tutto, mentre
all’orizzonte si profilano i primi segnali della tv del futuro,
l’Iptv: ancora incerta, ma forse destinata a mandare in
pre-pensionamento il digitale terrestre.

Nonostante le rassicurazioni del viceministro Romani rimangono
alte le tensioni e i punti da chiarire per le locali. Le quali
puntano, nel guado al Dtt, a diventare operatore di rete. La
partita è incerta perché, come dice Marco Rossignoli
coordinatore di Aeranti-Corallo, “esistono dubbi sulla
quantità di frequenze disponibili”. A cominciare dal Lazio
dove campeggia ancora il punto interrogativo sul numero di
frequenze da negoziare con la Francia (il litorale italiano e
quello corso potrebbero avere problemi di interferenze):
“Qualora al tavolo tecnico con Agcom emergessero difficoltà
per la conversione in digitale di tutte le reti televisive locali
della Regione Lazio che attualmente operano in analogico – dicono
ad Aeranti-Corallo – l’intero processo di transizione dovrebbe
essere ripensato”.

Intanto, la prova d’orchestra della nuova tv in Piemonte
(spegnimento del segnale analogico di Rai2 e Rete Quattro a
Torino, Cuneo e in parte del territorio di Asti, Alessandria e
Biella) è andata in scena con qualche intoppo. Circa 11mila le
telefonate di protesta giunte alla sede torinese Rai da parte di
abbonati che non sono riusciti a sintonizzarsi con i tre canali
pubblici: a questo proposito la Regione Piemonte insieme a
Adiconsum distribuirà 10mila copie di un libretto di istruzioni
per gli abitanti mentre a livello nazionale il viceministro
Romani ha dato l’ok alla proposta di Aeranti-Corallo per la
realizzazione di una guida elettronica ai programmi per il
supermaneto di problemi legati al posizionamento delle emittenti
sul telecomando

Ed è polemica anche in Sardegna dove a sette mesi dal totale
passaggio alla nuova tecnologia la seconda commissione consiliare
chiede al presidente della Regione una verifica sull’effettiva
copertura del digitale terrestre nell'isola. Secondo una
serie di indagini commissionate dal Cnid (il comitato per
l’Italia digitale voluto nel 2006 dal ministero delle
Comunicazioni) a due settimane dallo switch off il 29% di
famiglie sarde (circa 170mila) in possesso di decoder ha
denunciato problemi di ricezione, mentre hanno dovuto sostituire
l’antenna il 2% di famiglie (14mila). Se proiettati
sull’intero territorio nazionale, i dati rivelerebbero oltre 6
milioni di famiglie italiane con problemi di ricezione (a due
settimane dallo switch off) e circa 500mila famiglie che dovranno
sostituire le antenne.

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