Uno spettro s’aggira nell’etere Andrà agli operatori mobili?

Pubblicato il 02 Feb 2009

Il Mobile World Congress (già 3GSM World Congress) organizzato
dalla GSM Association è il maggiore evento mondiale del settore,
che combina un’esposizione fieristica con una serie di congressi
in cui i leader dei più importanti operatori mobili e dei
produttori di tecnologia descrivono il futuro. L’edizione 2009 ha
visto 1.286 aziende mondiali e circa 50.000 tra addetti ai lavori e
giornalisti del settore. Un’edizione leggermente più sottotono,
con un numero inferiore di rappresentanti di aziende rispetto agli
anni passati. Ma conferenze presidiate da personaggi come César
Alierta di Telefonica, Steve Ballmer di Microsoft, Vittorio Colao
di Vodafone, Olli-Pekka Kallasvuo di Nokia, Franco Bernabè di
Telecom Italia. Questi, e numerosi altri manager, hanno analizzato
l’andamento di un mercato mondiale che conta già 100 milioni di
utilizzatori di mobile broadband, e che dovrebbero diventare un
miliardo nel 2011, quando tutti gli operatori mobili mondiali, per
la prima volta, convergeranno verso un unico standard costituito
dalla tecnologia Lte. Il tema del mobile broadband è talmente
centrale per la GSM Association, in un trend di ricavi medi per
utente decrescenti, da usare questo palcoscenico per lanciare una
richiesta provocatoria ai regolatori: servono più frequenze. Il
mobile broadband sarebbe infatti la chiave di volta per colmare il
digital divide dei 100 milioni di utenti attualmente non raggiunti
da banda larga in Europa, a costi inferiori rispetto alla banda
larga via cavo; per questo motivo gli operatori chiedono di
ottenere un quarto delle frequenze attualmente in uso dagli
operatori televisivi.
Altro tema emerso, la stringente necessità di fare sistema
convergendo verso un modello di ecosistema aperto ed interoperabile
per rendere più omogeneo il settore e liberarne le potenzialità
di crescita: concetto efficacemente proposto da Nokia, ma
curiosamente ripreso anche da Microsoft che è conscia di non poter
recitare la stessa parte avuta nell’era dell’avvento del pc.
Primo segnale del nuovo corso, l’accordo sottoscritto due giorni
prima della conferenza tra Nokia, Sony Ericsson, Samsung, LG e
Motorola per standardizzare entro tre anni i connettori dei
caricabatteria dei rispettivi cellulari intorno al formato
microUSB; poca cosa, considerando che altri costruttori impiegano
da anni lo stesso formato, ma un primo segno di capacità di
dialogo e condivisione tra aziende e comunque un bene.
Venendo ai servizi, si sono viste cose effettivamente innovative
insieme ad altre che forse lo erano  meno, ma ugualmente promosse
con enfasi. Per esempio, se da una parte la GSM Association spinge
verso le tecnologie di banda larga mobile, dall’altra sembra
molto preoccupata di non riuscire a portare al successo servizi che
possano effettivamente necessitare di reti con capacità superiori,
negando a volte l’evidente disinteresse degli utenti per questi
servizi; ecco quindi che si continua a promuovere il video su
mobile, spingendo il Mobile Short Film Festival che si svolge
all’interno del congresso.
Tutt’altro discorso è quello del segmento dei mobile payments
per integrare la moneta elettronica nei cellulari, servizi
innovativi finalmente prossimi al decollo grazie anche alla decisa
discesa in campo di Visa; così come promettente sembra il mobile
banking, che verrà lanciato a partire dai Paesi meno sviluppati,
dove si stima che un miliardo di persone non abbiano un conto
corrente ma possiedano un telefonino. La maggiore utilità di
questo evento è quella di poter monitorare di anno in anno dove
tiri il vento dell’industria, quali le innovazioni da
massificare, quali i nuovi standard tecnologici: quest’anno, per
esempio, sembra condiviso da molti che il WiMax sia già morto e
sepolto, sconfitto dall’hyperlan per la connettività fissa e dal
prossimo avvento di Lte per il mobile.
Inoltre si fanno largo le femtocelle, ben più che negli anni
passati; emergono un po’ di più i telefoni cellulari dual-sim;
sono sempre più maturi i servizi basati su localizzazione, ma
anche le piattaforme per il mobile advertising e quelle per
enterprise mobility (mail push, vpn, device management). Numerosi i
nuovi terminali lanciati dai maggiori costruttori, senza che siano
però uscite novità veramente rilevanti (salvo il Palm Pre cui si
stanno interessando tutti gli operatori); il trend continua ad
essere quello dei dispositivi tutto-touch. Infine, un dato
significativo: 176 le aziende Usa tra gli espositori, quelle
francesi 138, 118 dalla Gran Bretagna, 96 dalla Germania, 72 quelle
spagnole. Le aziende italiane sono solo 24: ma si insiste nel
definire l’Italia come Paese leader nelle Tlc mobili. Forse
sarebbe più appropriato descriverlo come grande cliente di
tecnologie per Tlc mobili prodotte altrove.

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